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La Comunità Ebraica di Roma ha partecipato per il secondo anno al Viaggio della Memoria, voluto ed organizzato dal Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la CER.
Hanno partecipato al viaggio l’Assessore ai Rapporti Istituzionali della CER, Alessandro Luzon, anche in rappresentanza del Presidente. Con lui anche l’Assessore Isaac Tesciuba e Carola Funaro dell’Ufficio di Presidenza. Per l’UCEI era presente l’Assessore ai Giovani, Simone Mortara. Referente storico del viaggio è stato Marco Caviglia, responsabile della didattica per la Fondazione Museo della Shoah.
Questo importante momento, svoltosi dal 2 al 4 febbraio scorso, ha riunito oltre settanta ragazze e ragazzi – selezionati attraverso il Servizio Civile Universale e l’Agenzia Italiana per la Gioventù – che hanno visitato l’ex ghetto nazista, il Museo della Fabbrica di Schindler a Cracovia ed il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Già lo scorso anno, il Ministero – sempre con la partecipazione di UCEI e CER – aveva portato in visita atleti olimpici e paralimpici e rappresentanti del mondo dello sport e del credito sportivo.
Il viaggio si è aperto e concluso con i saluti istituzionali. L’Assessore Luzon ha ringraziato il Ministro per questo secondo appuntamento, fortemente voluto, ed ha ricordato che la Shoah è stata possibile non solo per l’azione dei carnefici ma anche per l’indifferenza di molti. Questo percorso dei ragazzi e questo loro impegno per preservare la memoria di ciò che è stato dimostra che esistono persone capaci di non girarsi dall’altra parte, di prendere il testimone della memoria e di consegnarlo alle generazioni future.
Tra i momenti più emozionanti del viaggio vi è stato l’intervento di Sami Modiano che ha tenuto a salutare in collegamento i giovani partecipanti al viaggio la mattina prima del loro ritorno a Roma, ma anche la lettura, da parte di Carola Funaro, di una lettera scritta dal carcere di Regina Coeli nel febbraio del 1944 da suo nonno Vittorio Funaro, poi ucciso nell’inferno di Birkenau.
Foto: David Vilella