“Gli Emirati, come tutti gli Stati, sono liberi di fare le loro politiche. La geopolitica sta cambiando, ci sono nuovi attori nell’area, l’Iran, la Turchia con i Fratelli Musulmani Hamas che tiene in ostaggio due milioni di palestinesi. Non posso giudicare un Paese che sente la necessità di difendersi da minacce esterne”. Lo afferma in un’intervista – realizzata da Sharon Nizza per La Repubblica – Suha Arafat, vedova di Yasser Arafat, al centro della polemica per un post su Instagram in cui si scusa con gli Emirati “per la profanazione e l’incendio della loro bandiera” durante le contestazioni nelle città palestinesi dopo l’accordo per la svolta nei rapporti tra Abu Dhabi e Israele.
“Non sono una politica, anche se ora, dopo questa intervista mi aspetto l’esercito elettronico contro di me”, ha aggiunto la vedova 57enne.
Da Malta, dove vive dal 2011, Suha Arafat parla anche della possibilità che Oman, Bahrein, Arabia Saudita seguano la strada tracciata dagli Emirati. “Tutti questi Paesi hanno relazioni con Israele – afferma – Se sono per la normalizzazione, non significa che siano contro di noi, ma solo che fanno il proprio interesse”. E, sostiene, “Yasser avrebbe detto: volete la normalizzazione? Va bene. Però aiutatemi, imponetegli i confini del ’67”.
Suha Arafat è nota per essere vicina a Mohammed Dahlan, ex leader palestinese e oggi ascoltato consigliere politico dello sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario di Abu Dhabi e – secondo alcuni – artefice dell’accordo con lo Stato ebraico. Membro del comitato centrale di Fatah, Dahlan, è stato espulso dal partito nel 2011 dopo che il presidente Abu Mazen lo accusò di aver ucciso Arafat avvelenandolo. Il presidente dell’Anp, Abu Mazen, ha definì l’accordo tra Israele e gli Emirati Arabi “una pugnalata alla schiena della Palestina”.