Con il trascorrere delle ore dall’attentato al centro ebraico Chabad vicino San Diego- 19enne John Earnest – emergono le storie della vittima, dei feriti e gli atti di coraggio avvenuti durante la sparatoria nella sinagoga. La vittima è una donna di 60 anni Lori Gilbert Kaye, 60 anni. Secondo testimonianze riportate dal Jerusalem Post, la donna si è gettata davanti al rabbino, facendoli scudo con il suo corpo. Shimon Abitbol, un anziano infermiere israeliano, ha tentato invano di soccorerla, racconta Times of Israel. Il marito è svenuto dopo averla vista a terra.
Uno dei feriti è il rabbino Yisroel Goldstein: colpito alle mani, ha coperto le ferite con il suo talled(scialle di preghiera), e ha parlato ai fedeli cercando di riportare la calma.
Gli altri due feriti sono una bambina di otto anni e suo zio,
Noya Dahan, 8 anni: cittadina israeliana, è stata ferita ad una gamba. Ha voluto che la sua foto sulla barella fosse diffusa sui social così “tutti sapranno che sono forte”. La sua famiglia, ha raccontato il padre Israel alla radio israeliana, viveva a Sderot vicino al confine con Gaza. Ma dopo che la loro casa era stata colpita più volte dai razzi di Hamas, i Dahan aveva deciso di trasferirsi in California. Negli anni scorsi sui muri della loro casa americana erano state tracciate delle svastiche. Almog Peretz, 31 anni: zio di Noya, cittadino israeliano, è ferito alla gamba. Quando lo sparatore, il 19enne John Earnest, è entrato in sinagoga aprendo il fuoco, Peretz ha radunato quattro bambine che erano vicino a lui – una figlia di vicini e tre nipotine – e le ha portate in salvo sul retro del tempio, mentre Earnest gli sparava addosso. Ho fatto tesoro della mia esperienza “per sfuggire al fuoco dei razzi a Sderot”, ha raccontato, citato da Times of Israel.