C’è una qualità della scrittura che i bambini, anche i più piccini, sanno apprezzare, ne riconoscono il fascino anche quando sono gli adulti a leggere per loro. Per comprenderne e farne comprendere il fascino vale la pena rileggere in questi giorni “Una notte di Hanukkah” di Isaac Bashevis Singer. Una edizione di qualche anno fa per Einaudi ragazzi è illustrata da Fabian Negrin. Si tratta di otto racconti, uno per ciascuna delle sere della festa di Hanukkah, destinati a bambini e ragazzi. Sono racconti di momenti di passaggio dove la festività ebraica delle luci fa sempre da sfondo e da tessitura. Storie di miracoli, piccoli e grandi, che si aggiungono a quello della festa in un’atmosfera di volta in volta serena o difficile. Otto racconti – ciascuno ambientato in un’epoca diversa – del premio Nobel Singer, di quando le candele accese rischiarano le notti invernali, di quando i bambini facevano giochi antichi o di quando, ancora oggi, ricevono doni. Le candele ci ricordano che il male ed il buio non vincono, che resta sempre una scintilla di speranza: a raccontarla una scrittura precisa e magica insieme che offre fantasia, cultura e memoria ai bambini e agli adulti che gliele leggono.