“Ritengo sia doveroso da parte nostra, mia e del Consiglio comunale di Torino ascoltare le ragioni di tutti per poter portare un contributo utile alla costruzione di ponti di dialogo e all’abbattimento dei muri di odio e intolleranza. E in questa direzione, sono convinta, deve andare ogni nostro sforzo”. Con queste parole la sindaca di Torino, Chiara Appendino, si è congedata dai cronisti dopo aver ricevuto Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e Dario Disegni, presidente della Comunità Ebraica di Torino. L’incontro era stato chiesto dai massimi dirigenti dell’ebraismo, nazionale e locale, a seguito dello sdegno suscitato dalla mozione del Consiglio Comunale di Torino in cui con una delibera veniva chiesto alle istituzioni la «sospensione delle forniture di armi e attrezzature militari» e a impegnare governi ed Europa affinché «promuovano un canale umanitario» per supportare gli ospedali e la popolazione della striscia di Gaza. Il documento era estremamente sbilanciato a favore della popolazione palestinese e contro la politica, definita «di repressione», di Israele. Fornendo tesi faziose e poco obbiettive degli incidenti al confine di Gaza delle scorse settimane, e omettendo i danni derivati dai razzi che vengono lanciati da mesi dalla Striscia nella zona meridionale di Israele.
Jonatan Della Rocca