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    NEWS

    Roma si unisce alla manifestazione internazionale di solidarietà per gli ostaggi israeliani

    “Riportateli a casa, ora!”. Questo il messaggio lanciato dagli organizzatori di “United we bring them home”, la manifestazione internazionale di solidarietà per gli ostaggi israeliani, che si è tenuta a Largo Argentina, nel cuore di Roma e che ha visto la partecipazione di oltre 200 persone. Promossa dal Forum delle Famiglie degli Ostaggi e Run for Their Lives, e a cui ha aderito anche l’Unione Giovani Ebrei d’Italia, la maratona oratoria si è tenuta in contemporanea con altre città in giro per il mondo, tra cui Londra e New York. A introdurre le varie personalità che sono intervenute, il noto giornalista di Mediaset Antonino Monteleone.
    Oltre 125 persone – bambini, ragazzi, donne, uomini e anziani – sono ancora nelle mani dei terroristi di Hamas. “Noi oggi siamo qui per dire alle loro famiglie e al mondo intero che non ci siamo dimenticati di loro. Non ci siamo dimenticati di ciò che hanno subito e stanno ancora subendo” ha affermato il portavoce italiano del Forum delle Famiglie degli Ostaggi e promotore dell’iniziativa, Benedetto Sacerdoti. “Il 7 ottobre è una giornata infinita, una ferita aperta che attende il ritorno a casa di ciascuna di quelle 125 persone per potersi finalmente rimarginare e guarire” ha continuato Sacerdoti, ribadendo più volte come sia necessario “riportarli a casa adesso”.
    “Vogliamo ricordare al mondo che ci sono ostaggi di 27 nazionalità diverse, cinque religioni diverse, e noi qui manifestiamo per tutti gli ostaggi” ha detto Tiziana Levy, coordinatrice italiana di Run for Their Lives, gruppo non politico privato e umanitario che è attivo in più di 200 città in tutto il mondo. “Manifestiamo per far aprire gli occhi a tutte quelle persone che ancora non credono quello che è successo, e infine camminiamo per mantenere una luce, la stessa luce che mantengono i familiari degli ostaggi” ha concluso Levy.
    “Non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla barbarie che i terroristi di Hamas stanno compiendo da ormai 240 giorni sulla pelle dei nostri fratelli e sorelle. Il nostro pensiero va a tutti loro, ai loro volti e alle loro voci, che non possono gridare aiuto. Siamo qui per farlo al loro posto” ha affermato Luca Spizzichino, presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia. “È un nostro dovere morale alzare la voce e rivendicare con forza e determinazione che si faccia tutto il possibile per riportarli a casa” ha proseguito, ricordando come i giovani ebrei italiani non smetteranno mai di lottare per la loro libertà.
    “Tutti i morti che abbiamo contato fino a oggi, sia ebrei che palestinesi, sono da addebitare a Hamas” ha detto Stefano Parisi, presidente dell’associazione Setteottobre, che è intervenuto alla manifestazione. Sono scesi in piazza anche diversi consiglieri della Comunità Ebraica di Roma, tra loro anche Johanna Arbib, che ha preso la parola. “Oggi per noi è il 7 ottobre, sono passati 240 giorni, ma è ancora il 7 ottobre. – ha sottolineato Arbib – Noi abbiamo un compito chiarissimo, dobbiamo diffondere la verità e la verità è che il 7 ottobre Israele è stato attaccato e sono state uccise più di 1200 persone”.
    A chiudere il presidio una preghiera per il ritorno degli ostaggi letta da Elio Tesciuba.

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