E’ stata inaugurata, con una cerimonia ufficiale, l’antica Sinagoga Eliyahu Hanavi ad Alessandria d’Egitto, i cui lavori di restauro sono stati sostenuti e finanziati dal governo egiziano.Inserita nell’elenco dei monumenti a rischio dal World Monument Fund, la Sinagoga Eliyau Hanavi fu costruita nel 1354 e due volte bombardata e ricostruita. E’ rimasta in attività fino al 2012, anno in cui fu chiusa ai servizi religiosi per motivi di sicurezza.
Tra i numerosi partecipanti alla cerimonia di riapertura del tempio, anche una delegazione della Federazione Sefardita Italiana (FESEI), insieme a centinaia di rappresentanti di organizzazioni ebraiche sefardite provenienti dalla Francia, dall’Inghilterra, dalla Svizzera, dagli Stati Uniti e da Israele.
Attualmente la Comunità ebraica di Alessandria, che per ben 22 secoli aveva popolato l’Egitto, conta appena otto persone (venti in totale gli ebrei che vivono in Egitto, su 100.000 prima del 1948). Purtroppo la storia della cacciata degli ebrei egiziani, a seguito di pogrom e di violenze anti ebraiche cresciute immediatamente dopo la fondazione dello stato di Israele nel 1948, è simile alla storia degli ebrei che vissero in altri Paesi musulmani. Tra il 1948 e il 1967 circa 800.000 ebrei sefarditi furono costretti a scappare dal Marocco, dalla Libia, dalla Tunisia, dal Libano: si tratta di profughi che non hanno mai avuto né assistenza né aiuto economico per i beni e le proprietà che furono illegalmente confiscate.
Della delegazione FESEI – guidata dal presidente David Gerbi e dal rabbino capo di Livorno rav Dayan) – fa parte Nessim Hazan, ebreo di Alessandria fino al 1958, che il 9 ottobre 1982 fu gravemente ferito nell’attentato di matrice palestinese alla Sinagoga di Roma.