Il tema dell’antisemitismo fa prepotentemente ingresso nella campagna elettorale britannica. In un articolo sul Times, il rabbino capo di Gran Bretagna, Ephraim Mirvis, ha lanciato un duro atto d’accusa contro il leader laburista Jeremy Corbyn, colpevole di aver consentito al “veleno” dell’antisemitismo di “mettere radici nel Partito laburista”. Se Corbyn dovesse diventare premier, ha scritto Mirvis, ci sarebbe da temere per “la bussola morale del nostro Paese”.
Il capo rabbino inglese, in particolare, ha scritto che le promesse di aver affrontato la questione dell’antisemitismo sono “una finzione mendace” e il mondo in cui il partito laburista ha gestito le accuse è “incompatibile con i valori britannici di cui andiamo così fieri”. Mirvis esorta tutti a votare “in coscienza”, ovvero contro i laburisti, aggiungendo: “non abbiate dubbi, è in gioco la stessa anima della nostra nazione”.
L’attacco del rabbino capo ha ottenuto de facto l’approvazione dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. “Che il rabbino capo si senta costretto a tali dichiarazioni senza precedenti deve essere per noi un monito sul profondo senso di insicurezza e paura avvertito da tanti ebrei britannici”, ha scritto in un tweet la massima autorità spirituale della Chiesa anglicana. Nessun riferimento diretto al Labour e a Jeremy Corbyn, ma il collegamento tra le accuse lanciate da Ephraim Mirvis parla da sè.