Paragoni sconcertanti si spargono a macchia d’olio sui social network. Sono inquietanti le analogie tra le misure anti Covid-19 e il nazismo. E anche nel mondo della politica italiana c’è chi si permette di attingere alla memoria della Shoah per costruire false simmetrie.
«Diversi esponenti politici evocano la Shoah per scagliarsi contro il Green Pass. – tuona la Presidente della Comunità di Roma Ruth Dureghello in un Tweet – Sta montando un clima di odio e di intolleranza molto pericoloso. Far riferimento alla Shoah con tanta superficialità, è un segnale di forte allarme. La politica inizi a moderare i toni».
Toni altro che moderati ha usato oggi su Facebook il deputato all’Ars Siciliana del M5S Sergio Tancredi, che proprio a proposito del Green Pass ha postato una foto di un braccio tatuato di una vittima della Shoah scrivendo “A breve … per chi non si allinea … Magari pratica inserita in un DPCM! Sapevatelo…” con l’hastag #malatemporacurrunt.
E anche il vicesindaco di Bistagno, in provincia di Alessandria, Riccardo Blengio, ha pubblicato su Facebook un fotomontaggio in cui si vede l’ingresso di un campo di concentramento nazista e invece della scritta “Arbeit macht frei” (cioè “Il lavoro rende liberi”) si legge “Il vaccino rende liberi”. Il post è stato poi rimosso, ma ormai aveva fatto il giro dei social.
Nel mondo purtroppo si stanno verificando molti casi simili sui social e anche fuori. Proprio ieri in Francia Joseph Szwarc, sopravvissuto al rastrellamento del Velodromo d’Inverno, è intervenuto pubblicamente esprimendo la sua indignazione facendo riferimento alla stella gialla brandita da alcuni manifestanti contro il lasciapassare sanitario e all’analogia fatta tra la campagna vaccinale del governo e il nazismo.