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    Per sconfiggere il coronavirus servono anche i servizi di sicurezza. La lezione che viene dal Mossad

    di Valerio Abbate

    Per parecchie settimane abbiamo sentito parlare di appelli da parte degli Ospedali e da parte di enti pubblici, alla necessità di reperire materiali sanitari di protezione. A volte risultati carenti o peggio difettosi. Mascherine e prodotti igienizzanti acquistati dall’altra parte del Globo o in quantità non idonee ad affrontare una pandemia di queste dimensioni o che arrivano difettosi, non conformi ai regolamenti sui dispositivi di protezione individuali.

    A molti potrebbe sembrare strano ma in alcuni Paesi l’intervento delle agenzie di sicurezza è risultato essenziale per aiutare i Governi all’emergenza Covid-19. Il caso di Israele ha destato interesse di tutta Europa dove l’interessamento del Mossad, uno dei più efficienti servizi segreti al mondo, ha portato a un risultato eccellente.

    Israele risulta oggi uno dei paesi con il numero di contagi più bassi del mondo con circa 15.000 contagiati e soli 200 decessi.

    Già dal primo caso registrato risalente al 21 Febbraio il governo di Tel Aviv aveva affidato l’incarico di acquisizione di attrezzature mediche e di tecnologie sanitarie prodotte all’estero alla nota agenzia di sicurezza, attivando rapidamente la sua rete di rapporti internazionali con paesi del Medio Oriente e asiatici al fine di procurarsi le attrezzature e i prodotti richiesti dall’ospedale più grande di Israele, Sheba Medical Center.

    Il Mossad sotto il comando di Yossi Cohen e il supporto tecnico della divisione acquisti del Ministero della Difesa e personale militare del Military Intelligence Directorate’s 81st Technological Unit, una unità di intelligence militare, altamente specializzata allo sviluppo di attrezzature avanzate di spionaggio ha portato all’approvvigionamento di prodotti sanitari tramite l’utilizzo di un sistema basato sull’intelligenza artificiale, Qlarium.

    Il sistema ha permesso di fornire un quadro sull’affidabilità dei fornitori, focalizzando l’attenzione sui Paesi di maggiore interesse, raccogliendo informazioni sulle aziende e sui loro prodotti traducendo automaticamente il risultato dalla lingua originale e  compilando, alla fine del processo di analisi, un rapporto sul fornitore, tale da chiarire l’affidabilità del fornitore, i registri commerciali, se la società è autentica o falsa. Riducendo di parecchio il rischio di acquistare materiale difettoso.

    Grazie a questo sistema nazionale sono stati recapitati in Israele 100 mila kit di test per prevenire e arginare il coronavirus. Spedizioni successive includevano altri 4 milioni di kit di test, 1,5 milioni di mascherine chirurgiche, decine di migliaia di maschere FFP2 e FFP3, tute protettive per il personale sanitario, occhiali protettivi e una gamma di farmaci di diverso tipo.

    Grazie all’interessamento dei servizi segreti allo stato attuale il paese ebraico sarebbe in grado di produrre 25 milioni di mascherine al mese da distribuire all’intera popolazione e aiutare altri Paesi che ne facessero domanda.

    “Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza”, diceva lo storico statunitense Daniel J. Boorstin.

     

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