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È diventato un caso l’evento che si sarebbe dovuto tenere all’Università La Sapienza di Roma il prossimo 5 marzo. Si tratta della presentazione del libro “Le spine e il garofano” di Yahya Sinwar, ex leader di Hamas e mente del 7 ottobre 2023, ucciso dall’IDF a Gaza lo scorso ottobre. L’incontro, organizzato dal Movimento degli studenti palestinesi in Italia, era previsto nella Facoltà di Fisica dell’Ateneo. “Un’iniziativa pericolosa”, paragonabile “all’apologia del fascismo e incitamento a commettere reato, non solo all’odio ma proprio alla matrice di terrorismo organizzato” ha commentato la Presidente dell’Ucei, Noemi Di Segni. “Non è ‘solo’ ‘From the river to the sea’, ma una chiara matrice di sostegno al terrorismo. Speriamo – aggiunge la Presidente Di Segni – che la Sapienza come spazio pubblico trovi il modo di bloccare l’iniziativa. Penso che nessun genitore auspicherebbe che il figlio studente entrasse a ‘studiare’ in una simile aula, su simili libri. Non è per questo scopo che investiamo nelle università e studi accademici”. Dopo la revoca da parte dell’Ateneo è intervenuto in una nota anche il deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli. “Sconcertante. Attivisti palestinesi organizzano all’Università La Sapienza di Roma la presentazione del libro di Yahya Sinwar, il leader di Hamas ideatore degli attentati del 7 ottobre – ha commentato Donzelli – La più grande università italiana ed europea – ha continuato Donzelli- ospiterà un evento per commemorare il sanguinario terrorista ucciso nei giorni successivi agli attentati. E non è la prima volta che sedicenti pacifisti elogiano questo genere di criminali mettendoli in cattedra come fossero degli eroi”.
Un libro di un terrorista sanguinario presentato all’Università̀, un evento che nel mondo democratico dovrebbe essere inimmaginabile. Un elogio ad uno dei peggiori leader di Hamas, mitizzato da giovani filopalestinesi, per le sue gesta spesso ritenute atti di “resistenza”. Nato nel 1962 a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, Yahya Sinwar ha trascorso più di 20 anni nelle carceri israeliane, è stato poi rilasciato nel 2011. Venne arrestato nel 1989 e condannato a 4 ergastoli per il rapimento e l’uccisione di militari israeliani e presunti collaborazionisti palestinesi. Il terrorista era stato rilasciato nell’ambito di uno scambio di prigionieri in cambio della liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit. Una volta in carcere, Sinwar imparò l’ebraico, affermandosi sin da subito come figura di spicco tra i prigionieri e tra i palestinesi. Famoso per essere stato un osservatore attento alla politica e alla storia d’Israele, fondò l’ala militare di Hamas, le Brigate Ezzedine al-Qassam. Dopo il suo ritorno a Gaza, divenne leader ufficiale di Hamas nel 2017 collaborando a stretto contatto con Ismail Haniyeh e rafforzando i rapporti con l’Iran.