Skip to main content

Ultimo numero Gennaio – Febbraio 2025

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    NEWS

    Muore a 113 anni la più anziana sopravvissuta alla Shoah

    Si chiamava Rose Girone, la più anziana sopravvissuta alla Shoah. La donna si è spenta lunedì sera all’età di 113 anni. Nata in Polonia, Girone è fuggita dalla persecuzione nazista, scappando a Shanghai prima di emigrare negli Stati Uniti nel 1947. La causa della morte, secondo la figlia Reha Bennicasa, era legata all’estrema anzianità della donna. Girone, che gestiva un negozio di maglieria a Forest Hills, nel Queens, era, a detta di tutti, una persona straordinaria, molto amata nella comunità tessile di New York. Girone ha sempre parlato delle sue esperienze durante la guerra, fornendo numerose testimonianze alla USC Shoah Foundation, all’Holocaust Memorial and Tolerance Center della contea di Nassau e ad altri. Durante il suo ultimo compleanno, Girone ha attribuito la sua longevità ai “figli meravigliosi e a tanta cioccolata fondente”. “Era una donna forte, resiliente. Ha tratto il meglio da situazioni terribili. Era molto equilibrata, molto ragionevole. Era semplicemente una donna formidabile” ha detto sua figlia, ora 86enne.
    Nata a Janov, in Polonia, nel 1912, la famiglia di Girone si stabilì ad Amburgo, in Germania, dove gestiva un negozio di costumi teatrali. Nel 1938, Girone (nata Raubvogel) sposò Julius Mannheim grazie ad un matrimonio combinato; più tardi quell’anno, la coppia si trasferì a Breslavia, in Germania (ora Wroclaw, Polonia), proprio mentre la Kristallnacht scatenava ondate di violenza contro gli ebrei tedeschi. Mannheim fu arrestato e mandato al campo di sterminio di Buchenwald e Girone, incinta di otto mesi, fuggì dalla città per stare lontana dai pericoli. Nel 1939, Girone colse al volo l’occasione di lasciare la Germania nazista: un cugino le inviò un documento, in realtà un visto, scritto in cinese. Shanghai era uno degli ultimi porti aperti al mondo; Girone presentò il visto alle autorità naziste e riuscì a far liberare Mannheim da Buchenwald. “Hanno lasciato uscire mio padre a condizione che li pagassimo e lasciassimo il Paese entro sei settimane, e così abbiamo fatto”, ha raccontato la figlia Reha alla giornalista del New York Jewish Week Tanya Singer nel 2022.
    Le condizioni nella città cinese erano difficili per i rifugiati ebrei, ma Girone, che aveva imparato a lavorare a maglia da una zia da piccola, riuscì a trovare lana e a realizzare vestiti lavorati a maglia per la sua bambina. Ben presto, un imprenditore ebreo viennese vide le sue creazioni e la aiutò a vendere il suo lavoro, inserendola man mano nel mondo degli affari. Il denaro che Girone guadagnava, vendendo i suoi prodotti a un negozio di lusso di Shanghai, forniva un reddito sufficiente a far vivere bene la famiglia. Nel 1947, quando alla famiglia fu concesso un visto per gli Stati Uniti, il lavoro a maglia svolse di nuovo un ruolo cruciale per il benessere della famiglia: a ogni persona era consentito lasciare la Cina con solo 10 $, ma Girone nascondeva 80 $ in contanti nei bottoni dei suoi maglioni. Così la famiglia viaggiò in nave fino a San Francisco e infine giunse a New York, dove si riunì alla madre, al fratello e alla nonna di Girone, tutti sopravvissuti alla guerra. Girone e Mannheim divorziarono e, nel 1968, incontrò e sposò un altro uomo. Assieme si trasferirono a Whitestone, nel Queens, dove la donna fece fortuna come insegnante di maglieria. Ben presto, lei e un socio aprirono un negozio di maglieria a Rego Park. In seguito, si espansero in una seconda sede a Forest Hills. I soci poi si separarono e Girone divenne l’unica proprietaria del Rose’s Knitting Studio in Austin Street.
    “La mamma era piuttosto orgogliosa di tutti i suoi progetti”, ha detto Bennicasa al New York Jewish Week nel 2022. “La gente portava immagini di Vogue e lei replicava i modelli dei vestiti firmati per le sue clienti. Amava il suo lavoro”. Nel 1980, all’età di 68 anni, Girone vendette la sua attività, ma non smise mai di lavorare a maglia. Secondo il Long Island Herald, dopo la morte del marito, Girone ha vissuto da sola nel suo appartamento a Beechhurst, nel Queens, fino all’età di 103 anni. Dopo essersi rotta l’anca tre anni fa, Girone si è trasferita al Belair Nursing & Rehabilitation Center a North Bellmore. Come ha detto Girone all’Herald nel giorno del suo 113° compleanno, “il segreto per una vita lunga e sana è semplice: vivere ogni giorno con uno scopo, avere figli meravigliosi e mangiare tanta cioccolata fondente”.

    CONDIVIDI SU: