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    Michael Bloomberg in corsa per l’elezioni alla Casa Bianca

    Nelle ultime ore, è stata ufficializzata la candidatura alle primarie dei Democratici di Michael Bloomberg, che da molti viene considerato il vero antagonista di Donald Trump alle prossime elezioni, che si terranno a novembre 2020. Ma chi è Michael Bloomberg?

    Nato a Boston nel 1942, da una famiglia di immigrati ebrei russa, è il 14esimo uomo più ricco al mondo, con un patrimonio stimato di 54,4 miliardi di dollari. Bloomberg ha costruito la sua fortuna grazie alla sua omonima azienda, da anni leader mondiale tra i mass media nel settore dei dati finanziari, diventando famoso anche per il suo impegno politico. Venne eletto per la prima volta sindaco di New York nel 2002 mantenendo poi la carica fino al 2013, il tutto tra le fila del Partito Repubblicano. Ma sin dal principio è stato un repubblicano un po’ anomalo, viste le sue posizioni a favore dell’aborto, ai diritti della comunità LGBT e contro la diffusione delle armi, tutti e tre punti molto sentiti dall’elettorato più conservatore (e vero zoccolo duro) dei repubblicani.

    Già vicino alla candidatura come indipendente nel 2016, solo con l’iscrizione nel 2018 al Partito Democratico, si è fatta più sicura l’entrata in gioco del magnate nella corsa al posto di candidato democratico alle presidenziali di novembre, ufficializzata in queste ore dopo la presentazione dei documenti alla Federal Election Commision, l’autorità federale statunitense per le elezioni, e con la candidatura alle primarie Dem dell’Alabama, dell’Arkansas e in Texas. Al contrario degli altri candidati, il miliardario di Boston ha deciso di rifiutare qualsivoglia donazione politica nella sua corsa alla Casa Bianca, e rinuncerà al suo stipendio qualora venisse eletto a Presidente.

    “Correrò per la presidenza per sconfiggere Donald Trump e ricostruire l’America” con questo tweet Bloomberg ha ufficializzato la tanto attesa candidatura. “Non possiamo permetterci altri quattro anni di azioni spericolate e non etiche da parte del presidente Trump. Lui rappresenta una minaccia esistenziale per il nostro Paese e i nostri valori”, ha detto l’ex sindaco di New York, aggiungendo: “Se vincerà un altro mandato potremmo non riprenderci più dai danni”.

    Ma quali sono al momento le possibilità di vittoria di Bloomberg?

    Quella di Bloomberg, al momento è una strada fortemente in salita. Questo perché nessuno ha mai vinto le primarie candidandosi così tardi nella storia moderna della politica statunitense, la campagna elettorale è iniziata da un pezzo e diversi sondaggi danno l’elettorato Democratico soddisfatto dell’offerta di candidati, se non addirittura desiderosi di uno snellimento della lista. Inoltre, è poco popolare tra i democratici, anzi è molto sgradito dagli afroamericani, parte molto significativa della base del partito. Da considerare anche il fatto che non potrà partecipare ai diversi dibattiti televisivi, vero e proprio ago della bilancia in alcuni casi nella scelta del proprio candidato ideale, e salterà le prime quattro primarie che si terranno a febbraio, dove la gara è ancora apertissima, con una corsa a 3+1, con il moderato Joe Biden e i candidati più radicali Bernie Sanders ed Elizabeth Warren, e l’outsider, nonché sorpresa, Pete Buttigieg, giovane sindaco dell’Indiana considerato uno degli astri nascenti del Partito Democratico.

    Per sopperire alle diverse criticità sopracitate, tra cui quello del timing e della visibilità, ha già speso 30 milioni di dollari per degli spot televisivi, che andranno in onda nelle prossime due settimane, una cifra così alta da frantumare il record di Obama, che nelle ultime settimane di campagna elettorale nel 2012 spese 25 milioni di dollari. Considerando il profondissimo portafoglio del magnate statunitense, questi saranno solo una parte dei fondi che verranno spesi per questa campagna, il tutto per evitare il suo temuto “Trump bis”.

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