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    Leggi razziali: le parole equivoche di Emanuele Filiberto

    “Le leggi razziali sono una gran vergogna per l’Italia,
    per quello che è successo”. Lo ha detto Emanuele Filiberto di Savoia, a
    margine di una cerimonia al Sacrario militare di Redipuglia (Gorizia). Emanuele
    Filiberto ha poi ricordato che quando è stato “ricevuto a Roma dal rabbino
    Di Segni e dal presidente delle comunità ebraiche”, ha “condannato
    fermamente le leggi razziali. E lo ripeto oggi – ha aggiunto – tutto questo ci
    deve servire ancora adesso per guardare al futuro senza mai dimenticare il
    passato”.

    Le parole di Emanuele Filiberto di Savoia non ci piacciono perché
    sono equivoche e puzzano di un buonismo che vuole annacquare le responsabilità.
    Le leggi razziali, firmate dal Re Vittorio Emanuele III, sono innanzitutto una
    vergogna – non per l’Italia – ma in primis per la Casa Savoia che permise senza
    battere ciglio – tanto per fare un esempio – che decine di ufficiali ebrei che,
    avevano servito durante la Prima Guerra mondiale – e che erano stati insigniti
    di Medaglie al Valor Militare e che occupavano ruoli di grande responsabilità –
    fossero espulsi dall’Esercito Regio.

    Caro Emanuele Filiberto, la vergogna la dovrebbero quindi
    provare i discendenti dei Savoia, non gli italiani.

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