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    La presidente di Harvard si dimette dopo numerosi scandali, tra cui l’antisemitismo nel campus

    La presidente di Harvard, Claudine Gay, si è dimessa
    martedì, ponendo fine alla presidenza più breve nella storia dell’Università;
    lo riporta il quotidiano studentesco Harvard Crimson. La decisione arriva dopo
    settimane di polemiche. Il rettore dell’università Alan M. Garber fungerà da
    presidente ad interim fino a quando non verrà selezionato un presidente per
    sostituire Gay, lo ha annunciato in una e-mail la Harvard Corporation, il più
    alto organo di governo dell’ateneo americano.

    Lo scorso 5 dicembre la presidente Gay durante
    un’audizione del Congresso sul fenomeno dell’antisemitismo nei campus
    universitari, insieme a diversi altri rappresentati delle Ivy League, aveva
    affermato che “invocare il genocidio degli ebrei” fosse contrario ai
    codici di condotta delle università “a seconda del contesto”. La
    risposta della presidente e il fatto che non avesse preso posizioni abbastanza
    nette contro gli episodi di antisemitismo, hanno portato a diffuse richieste di
    dimissioni. Inoltre, nei giorni scorsi Claudine Gay è finita di nuovo
    nell’occhio del ciclone per delle accuse di plagio.

    L’università è stata al fianco di Gay nonostante le
    controversie e ha perso oltre un miliardo di dollari di donazioni. Si tratta
    della seconda rettrice a dimettersi in poco tempo: prima di lei lo aveva fatto
    Elizabeth Magill dell’università della Pennsylvania, accusata in modo simile
    dopo l’audizione. Un donatore della sua università aveva anche ritirato un
    contributo da 100 milioni di dollari a favore dell’istituto.

    “Un po’ di contesto: il fallimento della
    leadership e la negazione dell’antisemitismo hanno un prezzo. Spero che la
    gloriosa istituzione dell’Università di Harvard impari da questa triste
    condotta” ha commentato su X il neo ministro degli Esteri israeliano
    Israel Katz.

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