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    La lunga storia dei legami tra il terrorismo palestinese e il regime iraniano

    Diversi analisti ormai da diverso tempo sostengono che tra le proxies dell’Iran ci siano anche diverse organizzazioni terroristiche palestinesi, come per esempio Hamas e la Jihad islamica palestinese, che da mesi ormai stanno portando avanti il loro piano, orchestrato dal regime degli Ayatollah, per destabilizzare l’unica democrazia del Medio Oriente, Israele. Ma questo rapporto di amicizia tra la repubblica islamica e il terrorismo palestinese dove ha inizio? In un lungo articolo, il sito israeliano Ynet, ripercorre le orme di questo legame che ha inizio prima della Rivoluzione islamica del 1979.

     

    Infatti i legami tra l’OLP, guidata da Yasser Arafat, e gli ayatollah risalgono a quel tempo. L’OLP negli anni 70 diede supporto ai “rivoluzionari” in attività anti-Shah, utilizzando come base il Libano. L’OLP negli anni aiutò sia i Mojahedin-e Khalq (MEK), sia i rivoluzionari pro-Khomeini, tra cui Mohammad Montazeri, un terrorista con un ruolo di primo piano nello sviluppo del Corpo delle guardie rivoluzionarie (IRGC) post-rivoluzione.

     

    Proprio Montazeri chiese esplicitamente ad Arafat di inviare terroristi dell’OLP in Iran per aiutare ad addestrare le IRGC dopo la rivoluzione. Ma, mentre l’addestramento dei terroristi e l’approvvigionamento di armi si svolsero principalmente in Libano, secondo alcune testimonianze, i terroristi palestinesi presero parte alla rivoluzione direttamente in Iran. Uno dei testimoni ha raccontato a Ynet quanto gli accadde nel 1979.

     

    “I palestinesi sono stati presenti in tutti i tipi di attacchi durante la rivoluzione, con l’aiuto del MEK. È stato principalmente da loro che hanno imparato a combattere e usare le armi”, ha detto M, che prestava servizio nell’esercito iraniano al tempo della rivoluzione in una base a Teheran.

     

    Pochi giorni dopo che la Rivoluzione islamica riuscì a rovesciare lo Shah, Yasser Arafat volò in Iran per celebrarlo, definendo l’Iran la sua “casa”. Fu scortato dall’aeronautica militare iraniana, appena alleata con l’Ayatollah Ruhollah Khomeini, e ricevette un benvenuto da eroe. Arafat fu accolto dai membri dell’IRGC al suo arrivo, insieme a 59 dei suoi compagni, e fu scortato dal figlio dell’Ayatollah.

     

    La visita fu talmente importante per il regime islamico che la Corte rivoluzionaria islamica sospese le esecuzioni di massa del governo dello Shah per prestare piena attenzione al leader dell’OLP. Il giorno stesso del suo arrivo Arafat incontrò l’Ayatollah Khomeini e dichiarò pubblicamente: “Dico a Moshe Dayan che può fare affidamento sugli Stati Uniti, ma io mi affido all’Iran sotto la guida dell’Ayatollah Khomeini”.

     

    Durante la visita di Arafat, il nuovo regime islamico “donò” inoltre quella che era l’ambasciata israeliana all’OLP.

     

    I legami tra Teheran l’OLP furono saldi fino all’inizio degli anni ’80, dopodiché i tentativi di Arafat di intromettersi negli affari iraniani incrinarono i rapporti con Khomeini. Tuttavia, nonostante le tensioni sulle rivalità terroristiche come Hezbollah in Libano, l’Iran tentò di fornire armi all’OLP nel 2002 durante la Seconda Intifada, spedendo oltre 50 tonnellate di armi che furono intercettate da Israele.

     

    Dopo Arafat, e sotto la guida dell’Ayatollah Khamenei, il sostegno delIa repubblica islamica al terrorismo palestinese non ha fatto che continuare. Infatti, il regime fa affidamento sul terrorismo palestinese tanto quanto i terroristi palestinesi fanno affidamento sul regime degli Ayatollah, uniti da una sete di sangue ideologica per il terrorismo e dall’impegno per la distruzione dello stato d’Israele. 

     

    L’’Iran ha sviluppato un’ossessione per Israele e gli ebrei, installando anche un orologio con il “conto alla rovescia per la distruzione di Israele”, nel centro di Teheran, e l’avvio della “Giornata di Al Quds” in tutto il mondo arabo chiedendo la “liberazione” di Gerusalemme dal controllo israeliano e finanziando organizzazioni terroristiche, sia sciite come Hezbollah in Libano, sia sunnite come la Jihad islamica palestinese (PIJ) e Hamas.

     

    Sotto il governo del presidente Mahmoud Abbas, per l’OLP e successivamente per l’Autorità palestinese, tuttavia, la musica è leggermente cambiata. Infatti il regime iraniano ha deciso di sostenere direttamente i gruppi terroristici palestinesi. 

     

    “L’Iran era innegabilmente dietro il colpo di stato a Gaza contro l’Autorità palestinese quando Hamas prese il potere”, spiega a Ynet il vicepresidente senior della ricerca presso la Foundation for Defense of Democracies, Jonathan Schanzer, che è anche un ex analista finanziario del terrorismo presso il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.

     

    Secondo l’ex ministro della Difesa Benny Gantz, il regime islamico ha donato milioni di dollari alla Jihad islamica palestinese. Il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha persino elogiato il regime in Iran per aver consentito i suoi numerosi attacchi contro Israele, osservando che il regime iraniano “non si è tirato indietro con denaro, armi e supporto tecnico”.

    Il massimo consigliere di Khamenei, Ali Akbar Velayat, una volta disse: “Abbiamo un rapporto stretto e serio con il movimento della Jihad islamica e la resistenza palestinese”.

     

    Schanzer spiega inoltre che ancora oggi i nuovi gruppi terroristici palestinesi come la Tana del Leone hanno l’assistenza dell’Iran. “L’altra cosa che è profondamente preoccupante in questo momento è che c’è un centro nevralgico con sede a Beirut, e questo è un progetto di Iran, Hezbollah, Hamas e altri gruppi terroristici che stanno lavorando per portare armi e violenza in Cisgiordania”.

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