Amnesty International ha accusato le autorità iraniane di aver condotto ”torture diffuse, sparizioni e arresti di massa nei giorni e nelle settimane successive” alle proteste dello scorso novembre nella Repubblica islamica contro l’aumento del prezzo del carburante. Nel suo ultimo rapporto, Amnesty riferisce che a essere presi di mira sono stati anche minorenni. I detenuti sono stati sottoposti a percosse, temperature estreme, costretti a restare in posizioni di stress. L’organizzazione riferisce di aver raccolto i nomi di almeno 500 persone indagate per aver preso parte alle proteste, tre delle quali sono state condannate a morte. Secondo dati delle Nazioni Unite, durante i cinque giorni di proteste lo scorso novembre in Iran almeno 304 persone sono state uccise dalle forze di sicurezza e circa settemila arrestate. Gli oltre 70 intervistati da Amnesty affermano che le autorità hanno fatto irruzione nei luoghi di lavoro e nelle scuole durante e nei giorni successivi alle proteste per dare la caccia a chi ha manifestato. Ma non solo. Un regista curdo, Mozhgan Kavousi, è stato arrestato il 18 novembre a Noshahr per aver pubblicato alcuni post su Instagram sulle manifestazione e condannato a sei anni di carcere per diffusione di propaganda e istigazione. Amnesty riferisce anche di persone che sono state trattenute in strutture segrete senza aver accesso ad avvocati. Qui molti hanno subito torture e sono state costrette a rilasciare false confessioni. (BRak/AdnKronos)