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    Inaugurato a Washington l’avveniristico Capital Jewish Museum

    A Washington è stato inaugurato il Capital Jewish Museum ospitato nella più antica Sinagoga della capitale la Adas Israel, ora situata a 4 miglia di distanza, e dedicato a Lillian e Albert Small.

    “Ci troviamo oggi in un luogo sorprendente”, ha detto Esther Safran Foer, presidente del consiglio di amministrazione del museo indicando il ponte di vetro che collega l’edificio in mattoni rossi, risalente a 150 anni or sono, alla nuova struttura di quattro piani che propone la storia della Washington ebraica e del suo territorio metropolitano in cui risiedono attualmente quasi 300.000 ebrei. “Questo ponte, letteralmente e figurativamente, collega il passato al presente e al futuro, è un ponte per tutti gli ebrei, più o meno osservanti. Molte persone, molti ebrei e molti giovani ebrei cercano la loro storia, le loro tradizioni in luoghi come il nostro, e qui potranno trovare ciò che cercano”.

    Il museo, costato 31 milioni di dollari, occupa una superficie di 3400 metri quadri e ospita la collezione di oltre 24.000 fotografie e più di 1.000 oggetti che facevano parte dell’archivio del Jewish Historical Society of Greater Washington. 

    Tra gli oggetti esposti ci sono la scatola di fiammiferi firmata dal presidente Carter e utilizzata nel 1977 per l’accensione dei lumi di Chanukkà, un quaderno manoscritto da Louis Brandeis, il primo giudice ebreo della Corte Suprema e un piatto per il Seder usato dal presidente Obama alla Casa Bianca.

    Per celebrare l’inaugurazione del museo è stata allestita una mostra che nelle intenzioni dei curatori è destinata a diventare itinerante dedicata a Ruth Bader Ginsburg una delle prime donne ammesse alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Harvard nel 1955 e la seconda donna a essere nominata Giudice della Corte Costituzionale americana.

    Al secondo piano del museo sono collocati dei cubi di 30 centimetri quadrati che contengono le immagini di 100 ebrei, ognuno definito con tre parole; nelle intenzioni dei curatori del museo i cubi morbidi e mobili dovrebbero portare i visitatori a riflettere sulle proprie identità sfaccettate.

    Il Capital Jewish Museum presenta una cronologia della storia ebraica dal 1790 ad oggi, nell’area in cui un tempo si trovavano la sinagoga e il mikvè, la cui porta originale è esposta. 

    Al piano superiore si trova un tavolo multimediale del Seder e vengono presentati ti vari aspetti della vita ebraica: il culto, l’istruzione, il lavoro, il gioco e il cibo. Uno spazio originale è dedicato all’approfondimento e al dibattito sui più efficaci strumenti per contrastare l’antisemitismo o su temi quali la “machloket le shem shamayim” “la discussione per amore del cielo” e il “tikkun olam” “la riparazione del mondo”.

    All’interno dell’edificio si trova anche un centro comunitario che potrà essere utilizzato per conferenze, seminari o congressi non senza l’intenzione di ospitare cene di Shabbat o funzioni per le feste ebraiche. 

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