Giovedì 2
settembre il Primo Ministro della Lituania Ingrida Šimonytė ha visitato la
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Durante l’incontro
con Cristiana Collu, Direttrice della Galleria, la Premier ha discusso della
cooperazione culturale tra Italia e Lituania.
La
conversazione si è concentrata sulla mostra personale dell’artista di origine litvak Antonietta Raphaël Mafai, che si terrà questo
autunno alla Galleria Nazionale. In questa occasione, Ingrida Šimonytė ha
ringraziato la Direttrice del museo e le curatrici Giorgia Calò e Alessandra Troncone per
la loro particolare attenzione nei confronti dell’artista.
“L’eredità
degli ebrei lituani è una parte importante e inseparabile del patrimonio
culturale e storico della Lituania. Spero che la mostra attiri molti amanti
dell’arte e della cultura”, ha espresso il Primo Ministro.
All’incontro
ha partecipato anche Ariel Mafai Giorgi in rappresentanza di sua madre Giulia
Mafai, figlia dell’artista.
Giulia Mafai, che purtroppo non è potuta essere presente, ha inviato comunque
un messaggio: «Antonietta
Raphaël era una donna fortemente
legata alle sue origini ebraiche e autenticamente non convenzionale. Nell’assoluta
indifferenza per il giudizio altrui ha portato avanti con passione e coraggio
la sua identità di artista e di donna nell’Italia del fascismo e del dopoguerra”.
Antonietta
Raphaël Mafai è stata una scultrice e pittrice molto ammirata in Italia, le sue
opere sono esposte e conservate alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e
Contemporanea e in altri musei italiani e collezioni private.
Affermano le curatrici Calò e Troncone: “Utilizzando lo
specchio come metafora e filo conduttore, la mostra si concentra sugli aspetti
speculari presenti nella vita e nella produzione di Antonietta Raphaël:
Lituania e Italia sono i suoi paesi di riferimento; pittura e scultura sono i
linguaggi espressivi prescelti; sogno e religione sono ciò che stimolano
maggiormente la sua creatività, così come la femminilità e la maternità sono
tematiche costanti affrontate dall’artista. Infine, anche il rapporto con il
marito Mario Mafai – insieme a lei tra i protagonisti della Scuola di via
Cavour – è speculare; i due si osservano e si rispecchiano nelle opere e nello
sguardo dell’altro mettendo in scena un dialogo affascinante che vive nei loro
scambi epistolari e nei reciproci ritratti”.