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    Il Makkabi Berlin, fondato da sopravvissuti alla Shoah, gioca per la prima volta in Coppa di Germania

    Oggi il Makkabi Berlin sarà il
    primo club ebraico a giocare la Coppa di Germania, un torneo riservato alle 64
    migliori squadre professionistiche e amatoriali del Paese. Dovrà affrontare il
    Wolfsburg, che milita in Bundesliga, la serie A tedesca. Un traguardo storico e
    dal grande valore simbolico per il Makkabi Berlin, che è stato fondato da
    sopravvissuti alla Shoah nel 1970 con un chiaro intento: “Volevamo
    dimostrare che siamo ancora qui, che siamo accettati, che non siamo finiti nel
    1933”, ha detto il co-fondatore Marian Wajselfisz all’Associated Press.

     

    Il Makkabi Berlin è il successore
    del Bar Kochba Berlin, un club fondato nel 1898 per promuovere la
    partecipazione degli ebrei allo sport. Aveva più di 40.000 membri al suo apice.
    Ma quando i nazisti salirono al potere, costrinsero gli atleti ebrei a
    partecipare a competizioni separate e poi bandirono definitivamente le
    organizzazioni ebraiche nel 1938. Con 550 membri, il Makkabi di Berlino schiera
    squadre in una varietà di sport, tra cui basket e pallavolo.

     

    Quando la Coppa di Germania fu
    istituita dai nazisti nel 1935, agli ebrei non fu permesso di prendervi parte.
    Quindi il Makkabi, con la sua prima partecipazione, porterà in campo il peso
    della storia. “Ci sono stato dal primo giorno. Non avrei mai immaginato che
    noi, come squadra ebraica, avremmo mai giocato una partita di coppa contro una
    squadra della Bundesliga. Quindi per noi, e per me personalmente, è una grande
    gioia”, ha detto Wajselfisz, la cui famiglia è sopravvissuta ai nazisti con
    l’aiuto di una coppia polacca che li ha nascosti nella loro cantina per quasi
    due anni.

     

    Sebbene l’ebraicità per il Makkabi
    Berlin sia ancora fondamentale per la sua identità – lo stemma della squadra,
    per esempio, presenta la stella di David – l’appartenenza al club è aperta a
    tutti. Ciò è particolarmente evidente con la sua squadra di calcio, che
    comprende giocatori di 15 paesi e di varie religioni, inclusi ebrei, musulmani
    e cristiani. “Questo è qualcosa di cui siamo estremamente
    orgogliosi”, ha detto il membro del consiglio Michael Koblenz. “Siamo
    qui, e chiunque sia pronto a giocare per noi, ed è anche aperto a giocare per
    un club ebraico, siamo assolutamente felici di integrare le persone nelle
    nostre squadre”.

     

    La partita con il Wolfsburg si
    giocherà in uno stadio più grande a Berlino. Infatti non si giocherà nel solito
    campo sportivo intitolato all’ex giocatore della nazionale Julius Hirsch, il
    cui nipote è stato invitato alla partita. Hirsch ha combattuto per la Germania
    nella prima guerra mondiale, ha vinto campionati per club con Karlsruher FV e
    Fürth e ha giocato per la Germania alle Olimpiadi del 1912. Durante la guerra è
    stato e deportato e assassinato ad Auschwitz perché ebreo. La partita sarà
    trasmessa anche in televisione.

     

    La partita di oggi ha suscitato
    interesse ben oltre Berlino: il World Jewish Congress, infatti, si è detto
    “felicissimo e orgoglioso” di vedere come i risultati sportivi del Makkabi
    siano stati celebrati anche dalle comunità ebraiche all’estero. “La
    popolarità, la visibilità e il successo dei club sportivi ebraici simboleggiano
    la crescita della vita ebraica in Germania e nel mondo”, ha affermato il
    WJC.

     

    Il capitano del Makkabi Doron
    Bruck, che è ebreo, ha affermato che il successo della squadra sta cambiando il
    modo in cui il club viene percepito, meno come vittima dell’antisemitismo e più
    come altri club che vengono giudicati solo in base al loro merito sportivo.
    “Se qualcuno ha qualche problema con noi o ha un background antisemita,
    siamo aperti a discutere, siamo aperti a informare”, ha detto Bruck. “Ma
    non vogliamo nasconderci ed essere solo nel ruolo della vittima. Vogliamo
    essere attivi. E penso che questo sia anche una parte enorme del successo”.

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