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    Il Festival del Cinema di Venezia parla ebraico

    La 75a edizione della Mostra del Cinema di Venezia, che aprirà il prossimo 29 Agosto (fino all’8 settembre), sarà – come annunciato nella conferenza stampa di presentazione – “ricca in tanti sensi, curiosa, con molto cinema di genere figlio degli autori, con grandi registi, alcuni per la prima volta a Venezia”. Ma sarà un edizione che “parlerà” anche ebraico, per la presenza di molti film che – pur non partecipando al concorso ufficiale, ma nelle diverse altre sezioni – affronteranno temi ebraici.

    Si inizierà con un classico del cinema muto Il Golem – Come venne al mondo (Der Golem – Wie er in die Welt kam, 1920), scritto e diretto da Paul Wegener, che è stato scelto come il film per la serata di Pre-apertura del 28 agosto. Il Golem sarà proiettato in una nuova copia digitale tratta dal negativo originale ritenuto perduto. Golem racconta la favola ebraica della creatura fatta d’argilla e portata alla vita dal rituale arcano di un rabbino. Prevedendo la prossima espulsione degli ebrei dalla città, il rabbino Loew (Albert Steinrück) risveglia il mitico Golem per proteggere il suo popolo. Dopo una serie di eventi, il Golem salva la vita dell’Imperatore (Otto Gebühr), convincendolo a non cacciare più gli ebrei. Ma per colpa degli intrighi di un servo geloso (Ernst Deutsch), il Golem va fuori controllo e si rivolta contro il suo creatore.

    A seguire nei giorni successivi il film di Giorgio Treves ‘1938’ che indaga le origini delle leggi razziali in Italia, di cui quest’anno cadono gli 80 anni dalla loro promulgazione. Poi tre film israeliani: A Tramway in Jerusalem (tutto ambientato in un tram che gira per Gerusalemme) e A Letter to a Friend in Gaza, entrambi di Amos Gitai; è Stripped di Yaron Shani, il primo di una trilogia praticamente già finita, esordio di un grande talento.

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