A Bodigny, a Nord di Parigi, il 16 febbraio scorso un ragazzo di 31 anni, Jeremy Cohen, è stato investito da un tram ed è morto mentre veniva portato in ospedale. Il giovane appartenente alla comunità ebraica parigina aveva la kippah in testa. Mentre le autorità mostravano l’intenzione di liquidare il caso come una terribile disgrazia, i genitori di Jeremy hanno voluto indagare per capire la dinamica di quanto avvenuto, probabilmente tenendo anche conto del noto ritardo delle istituzioni in Francia, e di quanto sia difficile per gli ebrei francesi chiedere giustizia, su episodi di violenza ed omicidi a sfondo antisemita. Proprio il 4 aprile sono passati 5 anni dall’omicidio di Sarah Halimi, liquidato all’inizio da parte dell’opinione pubblica come un litigio tra vicini di casa finito male.
La famiglia di Jeremy ha fatto volantinaggio nel quartiere, così è emerso un video che mostra una scena di violenza inaudita. Nel filmato un branco di persone aggredisce il ragazzo, che dopo essere stato picchiato, si dirige verso i binari del tram, probabilmente per sfuggire ai violenti. Ed ecco la tragedia, il tram passa e lo investe. Quindi c’è dell’altro, e se non fosse intervenuta la famiglia è possibile che il caso sarebbe stato archiviato come un incidente stradale. “Pochi giorni dopo la morte di mio fratello, ci è stato detto che il caso era considerato un incidente stradale piuttosto che un attacco prima ancora che guardassero le riprese video del treno e altro materiale probatorio” ha detto il fratello della vittima a Channel 12, chiedendo alle istituzioni di far luce sul caso.
Le nuove rivelazioni hanno sollecitato le attenzioni delle istituzioni, scuotendo anche la corsa all’Eliseo a pochi giorni dal voto. I pubblici ministeri di Bobigny hanno annunciato che sono in corso già da marzo indagini sulle circostanze in cui è avvenuto il fatto, ma senza citare la possibile matrice antisemita. Intanto i candidati presidenti si sono pronunciati sul caso Jeremy Cohen. Zammour ha puntato il dito contro “il silenzio assordante da due mesi ad oggi”. Macron, dichiarandosi sconvolto dalle immagini del video, ha mandato dalla Bretagna solidarietà e sostegno alla famiglia. Le Pen ha denunciato il fatto che le autorità non siano intervenute subito per fare chiarezza. Al coro di condanna e solidarietà si è unito anche il candidato della sinistra radicale Mélenchon. C’è da augurarsi che i riflettori sulla vicenda non si spengano dopo il risultato elettorale, e che si vada a fondo a questo episodio di violenza che ha visto un giovane con una kippah in testa morire tragicamente nella via di fuga dall’odio di branco.