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    I nemici di Israele cercano una strategia comune. Nasrallah ha incontrato il leader di Hamas

    Il leader Hezbollah Hassan Nasrallah – la milizia filo iraniana che occupa il Libano – ha ricevuto negli scorsi giorni nel proprio ufficio nei pressi di Beirut, il capo dell’Ufficio politico di Hamas Ismail Haniyeh. L’incontro è stato organizzato per discutere del rafforzamento delle relazioni fra i due movimenti terroristici. In particolare – secondo un comunicato diffuso al termine del colloquio, a cui ha partecipato anche il numero due di Hamas, Saleh al-Aruri – è stato fatto riferimento “ai pericoli incombenti sul popolo palestinese” ed è stata ribadita la totale contrarietà ad ogni forma di “normalizzazione” fra Israele ed il mondo arabo: un riferimento questo, in particolare, agli accordi raggiunti nei giorni scorsi da Israele con gli Emirati arabi uniti. La scorsa settimana Haniyeh aveva partecipato, da Beirut, ad una videoconferenza organizzata a Ramallah dal presidente dell’Anp Abu Mazen in cui è stata confermata l’opposizione dei palestinesi al Piano Trump per il Medio Oriente. Questo attivismo delle fazioni palestinesi e dei tradizionali nemici di Israele tradisce il senso di impotenza che la dirigenza di Hamas e di Fatah stanno vivendo, oltre alla frustrazione di vedere messa in secondo piano la questione palestinese rispetto a una realtà politica ed economica di scambi e di relazioni tra Israele e i suoi vicini arabi. Oggi i palestinesi si stanno accorgendo del tragico errore commesso per settanta anni, quello di avere rifiutato qualsiasi compromesso, radicalizzandosi su posizioni estreme che li hanno di fatto isolati, anche da buona parte dell’opinione pubblica araba. Non avendo quindi un piano alternativo al solo e semplice rifiuto, è probabile che il radicalismo palestinese stia purtroppo preparando una nuova stagione di sangue, con attacchi e attentati. Di questo devono aver parlato Nashrallah e Haniyeh.

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