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    NEWS

    Guerriglia al corteo propal di Roma: feriti, bandiere di Hezbollah e slogan che inneggiano al 7 ottobre

    È finita come purtroppo era prevedibile la manifestazione propalestinese e filo Hamas non autorizzata. Appena cinquemila i partecipanti ma la guerriglia si scatena comunque a corteo finito, verso le 17.30, in piazzale Ostiense. Alcuni incappucciati iniziano a tirare sassi, bottiglie, bombe carta e persino un palo stradale divelto dall’asfalto contro le camionette della polizia. Le forze dell’ordine reagiscono spruzzando gli idranti sulla folla. Almeno tre ragazzi vengono feriti durante gli scontri, tra loro anche una ragazza. Un fotografo viene colpito alla testa dopo essere stato bastonato da alcuni manifestanti incappucciati. Un altro è stato ferito a una mano, colpita da un sasso.

    È l’epilogo di un pomeriggio che ha visto ancora una volta come protagonista l’antisemitismo mascherato da antisionismo tra urla e bandiere. “L’Italia fermi la vendita e l’invio di armi a Israele”, “Finisca immediatamente il genocidio a Gaza”, “Il 7 ottobre è iniziata la rivoluzione”, “Resistenza fino alla vittoria”, “Palestina immortale, Israele criminale”, “Free Palestine” con l’immagine che include tutto il territorio israeliano sono alcuni degli slogan. Inquietanti quelli dei Giovani palestinesi con “Viva il 7 ottobre” e che per i prossimi giorni annunciano “L’intifada studentesca” nelle scuole e nelle università di tutta Italia al grido di: “Se non cambierà intifada pure qua”. Una vera e propria minaccia per la nostra democrazia e per chi non ricorda che, a parte il terrorismo interno, i palestinesi sono gli unici ad aver fatto vittime sul nostro territorio come il piccolo Stefano Gai Taché nell’attentato alla Sinagoga del 1982.

    Ma la ciliegina sulla torta è la presenza della bandiera di Hezbollah, il vessillo giallo spunta nello spezzone dei militanti libanesi, e riporta un versetto del corano: “E colui che sceglie per alleati Allah e il Suo Messaggero e i credenti, in verità è il partito di Dio, Hezbollah, che avrà la vittoria”con raffigurata la mano che stringe un fucile d’assalto stilizzato.

    Nel corso della giornata, in una Piramide blindata, sono state controllate 1.600 persone e 19 portate in Questura. “Ci fermano per garantire la guerra”, dal megafono, uno dei rappresentati, dell’Unione democratica arabo palestinese. E alcune persone sono state fermate dopo gli scontri. Il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ha manifestato apprezzamento per “l’operato delle forze di polizia che, come sempre, hanno dimostrato grande professionalità ed equilibrio garantendo l’ordine pubblico in una giornata complessa, in cui non sono mancate gravi intemperanze da parte di chi è sceso in piazza anche utilizzando armi improprie e bombe-carta per aggredire gli agenti e causare danneggiamenti”.

    È una manifestazione “esplicitamente pro- Hamas non pro-Palestina – dice il giornalista Pierluigi Battista – nel senso che il 7 ottobre 2023 viene considerato un atto di resistenza. Non è pro Stato palestinese è contro l’esistenza dello Stato d’Israele”. “Una vergogna le bandiere Hezbollah”, dichiara Maurizio Gasparri di Forza Italia, mentre per Daniela Santanché di Fratelli d’Italia “a preoccupare è l’antisemitismo”.

    Resta l’amarezza per un rituale stanco che continua a minacciare la nostra democrazia. Una manifestazione vietata che si tiene comunque, che vuole soltanto la cancellazione d’Israele inneggiando ad Hamas e Hezbollah, due organizzazioni che non soltanto negano la libera manifestazione del pensiero ma ogni forma di dissenso e che sotto le loro dittature non sarebbe finita con qualche fermo, ma con la condanna a morte dei partecipanti al corteo.

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