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    Germania, politico estrema destra picchiato, la condanna di Merkel

    La
    cancelliera Angela Merkel guida il coro di condanne dell’aggressione
    “motivata politicamente” ai danni di un politico del partito di
    ultradestra AfD, un assalto che mette in luce il clima politico sempre più teso
    in Germania. Frank Magnitz, leader del partito Alternativ fuer Deutschland a
    Brema, è stato assalito nel centro cittadino lunedì pomeriggio. “Dato il
    lavoro della vittima, si tratta di un atto motivato politicamente” ha
    detto la polizia. Il partito ha pubblicato una foto di Magnitz incosciente in
    un letto d’ospedale, con il volto sanguinante e gonfio e un taglio sulla
    fronte. Afd ha detto che tre uomini hanno effettuato l’aggressione. “Lo
    hanno colpito con un pezzo di legno finchè ha perso i sensi e poi lo hanno
    preso a calci mentre si trovava a terra” si legge in un comunicato del
    partito, che aggiunge che un lavoratore edile è intervenuto a fermare l’aggressione.
    “Oggi è una giornata buia per la democrazia In Germania”. Magnitz,
    ancora in ospedale, ha detto all’agenzia DPA di non aver visto i suoi
    assalitori e di non averli sentiti parlare. “In ogni caso sarò più attento
    quando attraverserò a piedi la zona” ha aggiunto, precisando che i medici
    lo vogliono trattenere in ospedale fino al weekend. Il leader dell’AfD Joerg
    Meuthen ha twittato che Magnitz è stato “picchiato quasi a morte” in
    un attacco “codardo e rivoltante”. Il portavoce di Merkel Steffen
    Seibert ha scritto su Twitter che il “brutale attacco” va
    “condannato con durezza”. “Speriamo che la polizia riesca
    prendere gli aggressori in tempi brevi”. Il ministro degli Esteri Heiko
    Maas ha aggiunto che non c’è “assolutamente alcuna giustificazione”
    per l’uso della violenza nonostante le divergenze politiche. “Chiunque si
    macchi di un crimine di questo genere va punito”. 

    L’ingresso
    dell’AfD in parlamento a settembre 2017 con un 13% dei voti ha scatenato un
    terremoto in Germania. Con la sua retorica anti-immigrati e la sua sfida alla
    cultura tedesca di espiazione post-nazismo, il partito ha fatto cadere molti
    tabù nell’arena politica tedesca. Mentre ha vinto in alcune aree ed è previsto
    in crescita alle elezioni europee in maggio e in tre voti regionali nell’ex
    Germania comunista quest’anno, ha anche scatenato forti polemiche ed è
    diventato bersaglio di attacchi. La scorsa settimana un ordigno esploso in un
    cestino dell’immondizia ha danneggiato un ufficio dell’AfD in Sassonia. Tre
    persone sono state arrestate. La scorsa settimana in Bassa Sassonia la casa di
    un politico locale dell’AfD è stata vandalizzato con graffiti e una bomba di
    vernice. Da metà dicembre la polizia ha registrato otto attacchi contro uffici
    del partito. I co-leader Alexander Gauland e Alice Weidel hanno definito
    l’attacco a Magnitz “il risultato dell’incitamento all’odio contro di noi
    da parte di politici e media”. Nel clime surriscaldato, Johannes Kahrs,
    deputato del partito socialdemocratico, alleato di minoranza nel governo
    Merkel, ha detto che “la violenza non è mai accettabile” e
    “l’estremismo in ogni forma è spazzatura”, augurando a Magnitz pronta
    guarigione. Cem Ozdemir de i Verdi all’opposizione ha detto di sperare che i
    responsabili siano “trovati e incriminati presto” e che anche contro
    un partito di estrema destra “nulla giustifica la violenza”.
    “Chi combatte l’odio con l’odio permette solo all’odio di vincere alla
    fine”, ha detto il politico di origini turche. 

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