Un impiegato di banca con l’ossessione per gli stranieri, convinto che Donald Trump avesse rubato “le sue idee” ed il suo slogan “America First”, che i suoi pensieri e le sue azioni fossero controllati da gente che legge nella mente e che lavora “per l’intelligence”, e che non aveva una donna da 18 anni. Questa la prima ricostruzione del profilo di Tobias Rathjen, il 43enne tedesco infarcito di idee dell’estrema destra xenofoba che ieri sera ha aperto il fuoco all’impazzata contro due shisha bar di Hanau, uccidendo nove persone (tutte straniere), prima di tornare a casa, ammazzare la madre di 72 anni e suicidarsi. Nato nel 1977 nella città tedesca situata a pochi chilometri a est di Francoforte, Rathjen aveva frequentato la scuola ad Hanau, prima di diventare bancario e poi prendere una laurea in business management all’università di Bayreuth nella primavera del 2007. Su quello che sembra essere il suo sito personale, oscurato subito dopo l’attacco, il killer ha caricato un manifesto in 24 pagine nel quale racconta la sua vita, esorta allo “sterminio completo” delle persone di origine africana, mediorientale ed asiatica in Germania, pur senza anticipare le sue intenzioni di compiere una strage. “Se ci fosse un pulsante che facesse diventare questa una realtà – scrive Rathjen, che non risulterebbe far parte di alcun gruppo – lo premerei in un istante”. Il killer di Hanau sostiene di essere arrivato a queste convinzioni sulla base delle sue esperienze a scuola ed al lavoro e della lettura dei giornali sugli “scontri” tra i tedeschi e gli “stranieri”. Il bancario trasformatosi in “giustiziere” parla di atti di “guerra” che dovrebbero avere “un duplice obiettivo”: le organizzazioni segrete che lo monitorano e “la degenerazione delle persone”. Nel suo delirante manifesto, Rathjen sostiene poi di aver inventato lui lo slogan “America First”, quello su cui Donald Trump ha costruito il suo mandato alla Casa Bianca, di aver previsto la trama di numerosi film di Hollywood, così come la carriera dell’allenatore del Liverpool, Jurgen Klopp. E ancora, si definisce un “incel”, termine che indica un ‘celibe involontario’, anche se lui sostiene non avesse una donna per scelta. Oltre al manifesto – che, secondo l’esperto di terrorismo del King’s College di Londra, Peter Naumann, contiene “molti punti di vista dell’estrema destra, insieme ad un’ideologia fai da te, combinata ad altri elementi trovati su internet – qualche giorno prima dell’attacco il killer di Hanau aveva anche postato un video in inglese su youtube in cui esortava gli americani a “svegliarsi ed a combattere” contro fantomatiche “società segrete”.