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    Germania. Attentatore sinagoga Halle: "ho ucciso per non essere deriso"

    “Se non avessi ucciso, avrebbero tutti riso di me”. A parlare e’ Stephan Balliet, l’estremista di destra che il 9 ottobre dell’anno scorso aveva dato assalto alla sinagoga di Halle, per poi uccidere a freddo due persone scelte a caso. Non solo: allo spettacolare processo in corso a Magdeburgo, il 28enne ha definito il gesto di sparare a due passanti “una decisione da corto circuito” provocata dal fallito tentativo di irrompere dentro la sinagoga della cittadina della Sassonia-Anhalt, dentro la quale l’uomo intendeva compiere una strage. Davanti ai giudici, l’uomo ha sostanzialmente confermato le imputazioni di cui e’ chiamato a rispondere: non solo ha illustrato con dovizia di dettagli come, pesantemente armato e dotato di esplosivi, ha cercato di penetrare nel luogo di culto ebraico, ma non ha mancato neanche di ripetere espressioni di natura razzista e antisemita, cosi’ come si è espresso in modo sprezzante nei confronti di profughi e migranti. Tanto che la presidente della Corte, Ursula Mertens, si e’ sentita in obbligo di ammonirlo: “Non desideriamo sentire da lei queste espressioni piene di disprezzo verso altri esseri umani”. Per il resto, la testimonianza dell’imputato e’ stata una sorta di folle descrizione di un progetto di terrore: “Ho scelto il 9 ottobre per l’attacco alla sinagoga, perche’ e’ il giorno nel quale gli ebrei celebrano la loro festa piu’ importante, lo Yom Kippur”. Ma cosa aveva intenzione di fare con quelle armi?, ha incalzato la giudice Mertens: “Non so, e non sapevo nemmeno se questa sinagoga fosse frequentata”. 

    Il passaggio piu’ sconcertante dell’udienza e’ stata quando Balliet ha ammesso senza batter ciglio l’omicidio di una passante di 40 anni passata di li’ per caso: l’ha uccisa dopo vari tentativi di fare irruzione nella sinagoga. “Se non l’avessi fatto, tutti avrebbero riso di me”, ha aggiunto il 28enne, laddove “tutti” sarebbero coloro che, secondo lui, stavano seguendo la diretta in rete diffusa durante la sua azione di terrore. Nondimeno, Balliet oggi aggiunge che “gli dispiace” di avere ucciso la donna. Al tribunale di Magdeburgo – dove il processo e’ stato trasferito per motivi di sicurezza – il 28enne ha raccontato la sua infanzia e la sua gioventu’, cercando pero’ di non entrare troppo nei dettagli. Al contrario, Balliet e’ stato molto specifico nel descrivere come si fosse procurato le armi. Alcune di queste se le era costruite da solo. A quanto ha affermato il pubblico ministero Kai Lohse, l’intenzione del 28enne era quella di “uccidere il maggior numero possibile di persone”, un intento fallito solo perche’ il portone di ingresso in legno pesante ha “resistito” agli esplosivi. A detta di Lohse, Balliet “ha agito in base alle sue convinzioni razziste, antisemite e xenofobe”, con l’idea che trasmettendo in diretta in rete le sue azioni avrebbe raggiunto “un’ampia risonanza pubblica” nella speranza di ispirare eventuali “emulatori”. 

    Dopo l’assalto alla sinagoga e l’uccisione della donna, il giovane era fermamente deciso ad uccidere un migrante: a tal scopo e’ entrato in un ristorantino kebab dove ha freddato un ventenne. Infine, durante la sua fuga ha gravemente ferito altre due persone, finche’ non e’ stato fermato dalle forze di polizia durante un incidente con la sua macchina nei pressi di Zeitz. Al processo di Magdeburgo sono previste 18 udienze fino a meta’ ottobre e si sono costituite 43 parti civili, tra cui il presidente della comunita’ ebraica di Halle, Max Privorozki. I testimoni ammessi sono ad oggi 147.

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