Proteste al veleno in Francia per l’ultima dichiarazione ‘shock’ di Emmanuel Macron, secondo cui il controverso maresciallo Pétain fu un “grande soldato durante la prima Guerra Mondiale”, contrariamente alla Seconda, quando invece si macchiò di “scelte funeste”. Leggi: il collaborazionismo del regime di Vichy con i nazifascisti e la deportazione degli ebrei verso i campi di sterminio. A sconcertare, non sono unicamente le parole pronunciate dal quarantenne leader di Francia durante la lunga missione in provincia per celebrare il centenario dell’armistizio. Ma anche il fatto che proprio nel quadro delle commemorazioni per la fine della guerra ’14-’18, Pétain, ai tempi ritenuto eroe della battaglia di Verdun, verrà commemorato insieme ad altri valorosi marescialli della Grande Guerra sabato agli Invalides di Parigi. Su Twitter il segretario socialista, Olivier Faure, si chiede se il presidente “voglia onorare tutti coloro che hanno servito la patria prima di tradirla. Tutti i criminali – osserva – cominciarono con l’essere innocenti”. In una nota, il consiglio rappresentativo degli ebrei di Francia (Crif) si dice “scioccato” mentre la Lega contro il razzismo e l’antisemitismo (Licra) ritiene che l’omaggio a Pétain, condannato per alto tradimento e indegnità nazionale (il reato di collaborazione con il nemico durante l’occupazione nazista, ndr) sia “un simbolo spaventoso”. Dopo le polemiche Macron è tornato a spiegarsi in serata dicendo che non si possono “cancellare” pezzi di storia, anche se combatterà sempre ogni forma di antisemitismo. Parlando questa mattina di Pétain, aveva detto che “la vita politica e la natura umana sono a volte più complesse di quanto si possa immaginare”. “Puoi essere stato un buon soldato nella Prima Guerra Mondiale e aver compiuto scelte funeste nella Seconda”. Intanto, a Parigi, qualcuno si chiede se la sua controversa osservazione da ‘presidente storico’ non sia solo un astuto diversivo per ovviare alle crescenti polemiche sull’aumento delle tasse sul diesel.