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    FRANCIA: MAREK HALTER, ‘CON GLI IMAM IN PIAZZA CONTRO L’ANTISEMITISMO’

    (AdnKronos) (di Laura Cingolani) – Alla
    manifestazione in programma questa sera a Parigi ci sarà uno striscione scritto
    in arabo e francese, ‘Musulmani contro l’antisemitismo”, portato da un gruppo
    di imam e giovani musulmani, accompagnati da Marek Halter, scrittore ebreo
    francese di origine polacca, superstite dell’Olocausto. E’ lo stesso scrittore
    ad anticiparlo, parlando con l’Adnkronos, e spiegando l’importanza della
    mobilitazione di piazza. “Sono i non ebrei a dover scendere in strada,
    perché il problema degli ebrei non tocca solo gli ebrei, tocca l’intera
    popolazione. Se il problema tocca i musulmani è lo stesso, non riguarda solo i
    musulmani. Per combattere il male non bisogna rivolgersi solo alle
    vittime”, risponde ad una domanda sugli episodi di antisemitismo in Francia,
    e sulla grande manifestazione di solidarietà e condanna delle violenze in
    programma per oggi a Parigi e nel resto del paese. “Ora hanno capito, e
    fanno una grande manifestazione unitaria, della sinistra, della destra, per
    mostrare che sono solidali con gli ebrei, additati come il male assoluto”.
    E poi annuncia: “Io sono andato oltre”. “Mobilito un centinaio
    di imam e delle centinaia di giovani musulmani e andiamo con uno striscione con
    la scritta in francese e arabo ‘musulmani contro l’antisemitimo’. Questo conta,
    l’impegno: perché il capro espiatorio, colui a causa del quale si afferma che
    il male arrivi, può essere un ebreo, un musulmano, un omosessuale, uno zingaro,
    non importa. E se un musulmano aggredisce un ebreo, questo scatena il razzismo
    antimusulmano. Per questo è importante che si vedano i musulmani con una
    scritta in arabo assieme a tutte le forze democratiche francesi in strada per
    dire no”. “Se ci vedranno arrivare questo farà riflettere”.

    E sull’importanza dell’impegno della
    società civile Halter cita l’ex cancelliere tedesco Willy Brandt: “Mi ha
    detto un giorno che se la democrazia in Germania è venuta meno non è perché
    c’erano troppi fascisti, ma perché non c’erano abbastanza democratici”.
    Poi cita Goethe, per spiegare invece il fenomeno del risorgere
    dell’antisemitismo: “Gli ebrei sono il termometro del grado d’umanità
    dell’umanità”: se ci sono disordini, problemi economici, politici,
    sociali, d’un colpo solo si scoprono gli ebrei, il capro espiatorio, qualcuno
    su cui rovesciare incertezze, domande e frustrazioni. Questo prova solo una
    cosa: che la Francia non sta bene. Politicamente, non abbiamo più ideologie, le
    religioni, non svolgono il loro ruolo, c’è una crisi nella Chiesa, l’Islam non
    è unito…Insomma non c’è un luogo in cui gli uomini possano unirsi, scambiarsi
    opinioni, farsi capire. E allora si riuniscono nelle strade e si mettono dei
    gilet gialli, per farsi riconoscere. E’ una buona idea, anche se il risultato
    non è convincente”. “Insomma abbiamo una crisi di identità, una crisi
    morale, c’è paura,  non ci sono certezze
    e a partire da lì si cerca un capro espiatorio, si riscopre l’ebreo, ci sono
    atti antisemiti, torna il vecchio riflesso della svastica, gli insulti….Il
    fenomeno nuovo è invece la comparsa di un certo antigiudaismo – non
    antisemitismo, perché sono semiti – all’interno della comunità musulmana di
    Francia, una comunità di 6-7 milioni di persone (contro i circa 600mila ebrei)
    con tanti giovani perlopiù disoccupati che non vivono bene la loro situazione. Anche
    loro cercano un capro espiatorio. In seno a questa gioventù musulmana c’è una
    tendenza a respingere gli ebrei a designarli come i responsabili della loro
    situazione a volte degradante e miserabile”. (Cin/AdnKronos)  

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