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    NEWS

    Ex ostaggi e sopravvissuti alla Shoah insieme alla ‘Marcia dei vivi’

    Un abbraccio che vale più di mille parole. Sotto il cancello principale del campo di sterminio di Auschwitz con la scritta “Arbeit macht frei” (Il lavoro rende liberi), due ex ostaggi israeliani recentemente liberati da Gaza, Agam Berger e Ori Megidish, si sono stretti in un lungo abbraccio alle sopravvissute alla Shoah, Irene Shashar e Gita Kaufman, in un momento di forte resilienza e ricordo condiviso. L’occasione dell’incontro è la ‘Marcia dei Vivi’ tra Auschwitz e Birkenau, che si tiene oggi nel Giorno del ricordo della Shoah – Yom Hashoah. “Abbiamo sconfitto il nemico, vero, ragazze? – ha detto la sopravvissuta Shashar – Abbiamo sopportato orrori, eppure eccoci qui, forti di fronte al male”.
    Accanto al presidente israeliano Isaac Herzog e alla moglie Michal, che guidano la marcia, figurano il presidente polacco Andrzej Duda, sopravvissuti, eroi degli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, ex ostaggi, famiglie in lutto e soldati dell’IDF. Tra i partecipanti c’è anche Daniel Weiss del kibbutz Be’eri, i cui genitori sono stati assassinati il 7 ottobre. Durante la cerimonia principale a Birkenau, Weiss suonerà insieme ad Agam Berger, una giovane violinista sopravvissuta al 7 ottobre, tenuta prigioniera a Gaza per 482 giorni. Berger suonerà un violino di 130 anni, sopravvissuto alla Shoah. “Essere qui è una missione emotiva – ha detto Weiss – Ci ricorda il potere della musica di unire le generazioni, di guarire e di preservare storie che non devono mai essere dimenticate”.
    Alla Marcia si uniscono 80 sopravvissuti alla Shoah – 40 da Israele e 40 da tutto il mondo – molti dei quali furono liberati da Auschwitz, Birkenau, Buchenwald, Mauthausen e altri campi nazisti. Altri sopravvissero nascondendosi o, da bambini, furono salvati dai ‘Giusti tra le Nazioni’. Questi sopravvissuti, di età compresa tra 80 e 97 anni, cammineranno con i loro figli, nipoti e pronipoti: ogni passo sarà una testimonianza vivente di resistenza e di eredità.
    La marcia di quest’anno rende un omaggio speciale anche alle Forze alleate che liberarono i campi, guidate dal generale Dwight D. Eisenhower. Il suo pronipote, Merrill Eisenhower, si unirà alla Marcia, camminando accanto al rabbino Israel Meir Lau, sopravvissuto a Buchenwald, che incontrò il generale Eisenhower poco dopo la liberazione. Anche l’eredità familiare del presidente Herzog si intreccia con questa storia: suo padre, il presidente Chaim Herzog, contribuì alla liberazione di Bergen-Belsen come ufficiale dell’esercito britannico, e suo nonno, il rabbino capo Yitzhak Herzog, incontrò Eisenhower nel 1946 in una missione per salvare i sopravvissuti alla Shoah.
    “Questi luoghi raccontano una storia di orrore, ma anche di speranza. – ha detto Danny Danon, ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite – Accanto alla crudeltà dei nazisti c’erano persone che hanno scelto l’umanità e salvato vite. Dobbiamo continuare a raccontare queste storie, affinché il mondo ricordi, impari e non ripeta mai il passato”.

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