Apri una noce e trovi un ebreo. Una frase ripetuta spesso dai nostri nonni
e che trova ulteriore conferma anche oggi perché dietro il dispositivo
salvavita impiantato nel petto del giocatore danese Eriksen c’è una
interessante storia ebraica. L’arresto cardiaco del giocatore è stato visto in
diretta da milioni di spettatori che hanno potuto constatare come sia
importante l’applicazione tempestiva delle corrette procedure di rianimazione
seguite poi dall’impianto di questi dispositivi in grado di prevenire e/o
neutralizzare situazioni altrimenti mortali.
Ma che cosa è un ICD ( Defibrillatore Cardioverter Impiantabile)? E in che
cosa si differenzia da un pacemaker? In entrambi i casi si tratta di apparecchi
grandi poco più di una moneta da 2 euro che, in anestesia locale, si impiantano
sotto il muscolo pettorale, sono collegati alle cavità cardiache con fili
elettrici (elettrocateteri) e contengono al loro interno una batteria che dura
solitamente da 5 a 7 anni. Sono in grado di ascoltare il cuore, memorizzarne
l’attività, stimolarne la funzione, intervenire per correggere aritmie e, in
taluni apparecchi più recenti, addirittura di tramettere in tempo reale
l’attività cardiaca ad una centrale cardiologica remota.
Il pacemaker interviene quando il battito cardiaco scende sotto un livello
considerato critico un po’ come il termostato dello scaldabagno che si attiva
quando la temperatura dell’acqua si abbassa e si spegne al raggiungimento della
temperatura programmata.
Un ICD è molto più sofisticato perché oltre a svolgere tutti i compiti di
un “normale pacemaker” è in grado di intervenire, correggere e resettare il
cuore in occasione della maggior parte di quelle pericolose aritmie altrimenti
fatali anche attraverso una defibrillazione interna.
Se Hitler fosse riuscito a portare a termine il suo folle progetto di
sterminio del popolo ebraico oggi forse non avremmo a disposizione questo
strumento salvavita perché la nascita dell’ICD è legata alla figura del Dott.
Miecyslaw (cambiato in Michel negli USA) Mirowski: ebreo nasce a Varsavia
nel 1924, nel 1939 fugge in Russia quando i tedeschi invadono la Polonia, vi
ritorna a guerra finita per riprendere gli studi di medicina che perfezionerà
in Francia, negli Usa e in America Latina prima di trasferirsi in Israele. Qui
la morte per fibrillazione ventricolare del suo Professore Heller diventa la
scintilla per la sua geniale invenzione perfezionata poi negli Usa.
Uno dei tanti tasselli che costituiscono l’immenso mosaico rappresentato dal
contributo ebraico al progresso di questo nostro mondo.