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    Ebrei nel Rinascimento: partito il nuovo progetto di studio

    È iniziato il convegno “Uncommon sources and where to find them: Jews in
    Politics in Long Renaissance Italy (13th– 17th century)
    ”, un’iniziativa
    culturale volta ad affrontare temi legati alla partecipazione ebraica nel
    panorama politico rinascimentale, come veniva formulato il pensiero in materia,
    nonché l’esigenza della minoranza ebraica di continue negoziazioni politiche ed
    economiche rilevabili nelle fonti.

    È previsto un fitto programma con incontri in più sedi: l’Università
    Sapienza, l’École Française de Rome, una visita al Museo ebraico e all’Archivio
    Storico della Comunità Ebraica di Roma “Giancarlo Spizzichino”. Queste giornate
    di studio si svolgono nell’ambito di un progetto ricchissimo che durerà 5
    anni,  prevedendo intrecci di più prestigiose istituzioni e pubblicazioni.

    La professoressa Serena Di Nepi ha introdotto magistralmente il convegno
    facendo una panoramica sulla percezione, la rappresentazione e
    l’autorappresentazione degli ebrei nel tempo,  quando di volta in volta
    gli stereotipi influivano sui rapporti sociali e gli ebrei venivano trattati
    come minoranze da opprimere, come «esseri esotici» secondo la descrizione di
    Thomas Coryat, che nel 1600 visita e descrive per primo il ghetto di Venezia,
    ma anche come collaboratori del governo, come ben dimostra Daniele da Pisa che
    nel 1524 ebbe l’incarico di redigere i Capitoli che regolavano la gestione ed
    il governo della universitas di Roma, che poi vennero
    ufficialmente ratificati dal governo papale. Di Nepi ha insistito sul delicato
    equilibrio che gli ebrei dovevano mantenere per affermare o difendere i propri
    diritti ed i propri membri senza provocare reazioni e conseguenze negative per
    l’intera comunità, adottando strategie che possono apparire lente e prudenti.

    Il professor Giuseppe Veltri (Universität Hamburg) ha quindi aggiunto che
    l’intento del convegno è quello di proporre una diversa visione degli ebrei e
    dei loro rapporti con la politica.

    Secondo la professoressa Arianna Punzi, Preside della Facoltà di Lettere e
    Filosofia alla Sapienza Università di Roma, «siamo di fronte ad una
    questione nodale, strategica: riflettere su come e quale sia stato il ruolo
    attivo nella politica italiana della comunità ebraica in quello che viene
    chiamato il Lungo Rinascimento (dal Duecento al  Seicento). Questa è una
    riflessione che naturalmente sottrae ad una idea, forse  anche molto
    superficiale, di isolamento da parte di una minoranza», spiega la professoressa,
    secondo la quale si tratta di una indagine interessate per  «un’epoca
    durante la quale la riflessione politica è stata fondamentale, come mi sembra
    molto interessante il lavoro sulle fonti. Ci troviamo di fronte ad una
    occasione anche per riscrivere un pezzo di storia, e questo è qualcosa che non
    si può che salutare con grande entusiasmo».

     Il Vicedirettore Dipartimento SARAS, Sapienza Università di Roma,
    professore Alessandro Saggioro nell’intervento di ringraziamento ha
    evidenziato «l’amicizia e costante collaborazione, profonda e vera, con
    la Comunità ebraica» e l’importanza di un convegno come questo che «non è solo un
    convegno, uno scambio di opinioni, ma un  modo per vivere la città»

    Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, ha elogiato la
    Sapienza, ricordando che «gli approfondimenti che l’Ateneo ha dedicato agli
    studi ebraici costituiscono un unicum nel panorama nazionale: un’attenzione
    destinata a valorizzare il rapporto sinergico, empatico, dinamico che il mondo
    ebraico ha avuto in questo paese  con la società civile. L’approfondimento
    specifico dedicato al Rinascimento e a come la politica delle universitas abbia
    influito nel contesto collettivo è particolarmente importante perché suggerisce
    quanto il pensiero ebraico nelle sue diverse forme abbia influenzato ed inciso
    nella storia del nostro paese e quanto questo, ben prima della emancipazione,
    sia stato un motore di crescita in un contesto in cui il mondo ebraico non era
    percepito come una minoranza ma come parte della cultura del nostro territorio.
    Si vede dai responsa rabbinici, dalle prediche che avvenivano nelle
    sinagoghe  dai tanti documenti che attraverso i nostri archivi si possono
    vedere».

    Tra i numerosi interventi si può ricordare quello del Professore Todeschini
    che ha fatto un excursus su come gli studiosi nel tempo abbiano affrontato la
    suddetta tematica, rilevando quanto sorprendentemente gli ebrei siano stati
    presi in considerazione solo dal punto di vista economico, senza considerare
    invece le interazioni politiche tra la comunità ebraica e la società civile in
    cui viveva.

    Il convegno proseguirà nell’affascinante cornice della École Française de
    Rome.

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