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    Dopo le menzogne di Abbas a Berlino, arriva il rapporto CAM: “preoccupazione per i nuovi dati sulla banalizzazione della Shoah”

    Dopo le affermazioni oltraggiose del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas a Berlino, il Combat Antisemitism Movement (CAM) ha pubblicato un rapporto sulla dilagante banalizzazione della Shoah. Abbas, durante una conferenza stampa con il cancelliere tedesco Olaf Scholz,  ha affermato che “dal 1947 ad oggi, Israele ha commesso cinquanta massacri, […] cinquanta Shoah”. Ma il caso del Presidente dell’ANP non rappresenta un caso isolato. Il fenomeno della banalizzazione e della distorsione della Shoah è in crescita nel 2021-2022. Le analisi del CAM rilevano un totale di 214 manifestazioni di questo tipo. I dati si riferiscono a dichiarazioni rilasciate tra luglio 2021 e luglio 2022 da politici, funzionari pubblici e a manifestazioni pubbliche in eventi di tutto il mondo.

     

    A essere interessati sono 29 paesi; i temi di riferimento sono classificati in sei motivazioni ideologiche: restrizioni Covid-19, conflitto israelo-palestinese, opposizione politica generale e retorica, conflitto Russia-Ucraina, sport e cambiamento climatico.

     

    “I commenti di Abbas sono un tentativo oltraggioso di minimizzare l’omicidio di sei milioni di ebrei durante la Shoah” ha detto l’amministratore delegato di CAM Sacha Roytman Dratwa. “Sebbene i commenti di Abbas siano particolarmente eclatanti, sfortunatamente fanno parte di una crescente tendenza globale a banalizzare e appropriarsi dei crimini della Germania nazista contro il popolo ebraico – ha proseguito Roytman Dratwa – Consentire alla banalizzazione della Shoah di fiorire incontrollata ha purtroppo creato santuari per la diffusione di cospirazioni antisemite, negazione assoluta della Shoah e altre ideologie estremiste. Queste tendenze hanno creato una tempesta perfetta, riducendo al minimo il ricordo della Shoah e le crescenti preoccupazioni degli ebrei per la sicurezza durante un’ondata di antisemitismo globale già risorgente”.

     

    Molti fenomeni di banalizzazione della Shoah si sono verificati nel periodo della pandemia da Covid-19, legati specialmente alle normative sui vaccini, e sono circa il 58,4% del totale. Altri 29 atti sono legati al conflitto israelo-palestinese e costituiscono il 13,6%. Questi confronti sono utilizzati dagli attivisti antisraeliani per distorcere la storia della Shoah, collegandola falsamente al trattamento riservato oggi dallo Stato ebraico ai palestinesi. “Chiediamo ai leader globali e ai funzionari pubblici di tutto il mondo di porre fine alla crescente banalizzazione alla Shoah condannando e denunciando qualsiasi manifestazione, creando così un muro contro la negazione della Shoah e l’antisemitismo in rapido aumento” ha continuato Roytman Dratwa.

     

    Secondo il rapporto, gli Stati Uniti hanno registrato il maggior numero di queste azioni, ben 80, ovvero il 37,38% del totale. Tra queste, 54, ossia il 67,50%, si sono manifestate in relazione alle normative e alle politiche Covid-19. Il Regno Unito si classifica secondo in questa triste graduatoria, con 24 atti di banalizzazione, l’11,21% del totale, la maggior parte legati al conflitto israelo-palestinese, il 37,50%, seguiti dal Covid (25%).

     

    Terza è la Germania, con 21 manifestazioni, il 9,81% del totale mondiale. Il 100% delle manifestazioni segnalate dalla Russia (il 3,27% a livello globale) sono legate al conflitto in Ucraina, una delle tendenze più recenti nella banalizzazione della Shoah.

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