La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Francia per aver violato la liberta’ di espressione degli attivisti filo-palestinesi, che erano stati condannati per il loro invito al boicottaggio dei prodotti importati da Israele. “La Corte ritiene che le azioni e le osservazioni asserite contro i ricorrenti sia state espresse in termini politici e di militanza e riguardavano un argomento di interesse generale” e ritiene che la loro condanna nel 2013 da parte della Corte d’Appello di Colmar “non sia basata su motivi pertinenti e sufficienti”, sostiene il braccio giuridico del Consiglio d’Europa.
La Corte Europea di Strasburgo era stata interpellata nel 2016 da undici membri del “Collectif Palestine 68”. Diffondendo nell’Alto Reno la campagna internazionale delle Ong palestinesi “Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni”, i ricorrenti avevano partecipato nel 2009 e nel 2010 a iniziative in un ipermercato a Illzach, vicino a Mulhouse, per invitare i clienti al boicottaggio Prodotti israeliani. “Per natura, il discorso politico e’ spesso virulento e fonte di controversie. Tuttavia rimane nell’interesse pubblico, a meno che non degeneri in una esortazione alla violenza, all’odio o all’intolleranza”, ha sottolineato la Corte in una nota sulla sua decisione. “L’appello al boicottaggio e’ riconosciuta come un diritto cittadino!”, ha esultato l’associazione Francia-Palestina. La Corte ha condannato la Francia a pagare ciascuno dei ricorrenti “380 euro per danni materiali, 7 mila euro per danni morali e collettivamente 20 mila euro per costi e spese”. (AGI)