“Il tipo di rapporti sociali che è al centro della bellezza della vostra cultura porta sfortunatamente a rischi maggiori”. Con la competenza, ma anche la cortesia e il rispetto che gli sono propri, Anthony Fauci ha dialogato in webcast con i leder della comunità ebraica ultraortodossa americana, per suggerire come evitare il contagio del coronavirus nella fase 2, racconta Times of Israel. L’ormai popolarissimo infettivologo della Casa Bianca ha suggerito di ridurre la frequenza delle preghiere giornaliere in sinagoga, tenere a casa anziani e persone con problemi di salute. I suoi suggerimenti arrivano mentre in molti stati americani viene autorizzata la riapertura di sinagoghe. Ma Fauci ha avvertito che bisognerà rimanere molto prudenti, anche in occasione delle festività ebraiche di questo autunno. E ha sottolineato che le comunità di New York e Chicago, dove ora c’è un alto tasso di contagio, dovranno fare più attenzione.
In Israele e negli Stati Uniti, gli ultraortodossi sono stati particolarmente colpiti dal contagio. E non è sempre stato semplice, in comunità che in alcuni casi non guardano la tv o vanno su internet, evitare assembramenti in occasione di riti religiosi. A New York ci sono state tensioni, poi rientrate, con il sindaco Bill De Blasio che ha fatto irruzione in un’affollata processione funebre. Ma i vertici delle comunità appaiono ora molto più attenti. Il rabbino Moshe Hauer, vice presidente dell’unione ultraortodossa, ha detto a Fauci che la sua organizzazione esorta a tenere ancora chiuse le sinagoghe, anche se in alcuni stati è possibile riaprirle. E che viene data la direttiva di mantenere due metri e mezzo di distanza, sapendo “che alla fine saranno solo 1,5” perché sarà difficile resistere all’istinto di socializzare. (Civ/Adnkronos)