Anche l’Autorita’ nazionale palestinese (Anp) avrebbe la sua app per monitorare i pazienti contagiati dal coronavirus. Secondo la stampa israeliana, l’unita’ informatica della Forza di sicurezza preventiva dell’Autorita’ palestinese a Hebron avrebbe sviluppato un’app per tenere traccia degli spostamenti delle persone infette da coronavirus. L’app sarebbe stata scoperta dall’israeliano Meir Amit Intelligence Terrorism and Information Center e terrebbe traccia del movimento dei casi attivi attraverso i loro smartphone e con sorveglianza elettronica. In questo periodo i Territori palestinesi stanno assistendo ad una massiccia diffusione dei contagi. Il 15 giugno si contavano 400 casi, il mese successivo oltre 8.000 ed oggi 14.458 casi, 14 dei quali gravi, e 82 vittime. Non sono bastate le richieste del governo di usare la mascherina o di limitare attivita’ e seguire ne norme di distanziamento sociale: complice il periodo dei matrimoni e il caldo, nei Territori sono davvero pochi coloro che seguono le regole imposte, cosi’ come le chiusure delle citta’.
L’app palestinese sfrutterebbe i dati messi a disposizione dalle societa’ di telecomunicazioni del posto che, come tutte le altre, dispongono di enormi quantita’ di informazioni su dove si trovino i loro clienti e con chi interagiscano. L’app al momento non sarebbe ancora stata utilizzata, ma visto l’enorme incremento nel numero di casi, il governo di Ramallah sarebbe pronto a sfruttare le sue potenzialita’. Anche in Israele si utilizza il monitoraggio degli smartphone in chiave anti Covid e il tutto e’ in mano allo Shin Bet, i servizi interni. Nei mesi scorsi, l’agenzia israeliana di sicurezza aveva ottenuto, nonostante le vibranti proteste della maggioranza degli israeliani, l’autorizzazione per il monitoraggio dei cellulari in chiave anti-Covid. Da maggio, con la riduzione dei casi di contagio, l’attivita’ di controllo e’ stata sospesa, per poi riprendere su richiesta del governo lo scorso mese visto l’aumento dei casi nel Paese. Il programma, e’ stato gradualmente ritirato ad aprile dopo che la Knesset ha deciso di fermarlo a seguito di una decisione dell’alta corte di giustizia che ha stabilito che una violazione cosi’ massiccia dei diritti alla privacy degli israeliani sarebbe dovuta essere ancorata alla legislazione formale. (AGI)