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    Consiglio d’Europa: in Russia discorsi razzisti dei leader creano odio

    Il tono razzista e omo-transfobico è ampiamente usato nei discorsi pubblici e manca ancora una legislazione globale russa contro la discriminazione. Questi sono alcuni dei risultati chiave del nuovo rapporto sulla Federazione russa pubblicato dall’organo antirazzismo del Consiglio d’Europa, la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI), che copre il periodo dal 2013 fino al giugno 2018. Particolarmente preoccupante è il fatto, osserva il rapporto, che tali sentimenti siano alimentati dal presidente russo Vladimir Putin e dalla Chiesa ortodossa russa, guidata dal patriarca Kirill, che vedono le persone LGBT come una minaccia ai “valori tradizionali”. Inoltre “il sovrautilizzo e l’abuso della legislazione anti-estremismo continua a destare preoccupazione, con il numero di procedimenti estremamente elevati e in aumento ogni anno e con solo lo 0,4% dei casi che terminano con assoluzione. La procedura per bloccare l’accesso ai siti Web può essere utilizzata per filtrare Internet e reprimere il dissenso. La legge sugli “agenti stranieri” e la sua pesante applicazione minano l’attivismo civile. Gli emendamenti del 2013 che vietano la fornitura di informazioni ai minori che promuovono le cosiddette relazioni sessuali non tradizionali sono ambigui e hanno avuto un effetto agghiacciante sui gruppi che lavorano per le persone LGBT”.

    L’ECRI riconosce comunque che sono stati compiuti progressi a livello istituzionale in Russia per contrastare i reati di odio e il numero di omicidi razzisti e di attacchi neonazisti è diminuito negli ultimi anni. E offre a Mosca la possibilità di replica: in appendice vi è infatti il commento russo, ossia quanto viene indicato come: “Punto di vista del governo russo”.  Nell’appendice la Russia contesta punto per punto le critiche rivolte. “I concetti di estremismo e i corrispondenti divieti criminali e amministrativi formulati dal legislatore soddisfano il compito di proteggere i valori costituzionali, i diritti e le libertà dei cittadini. Tuttavia, ciò non preclude il miglioramento”, si legge nell’appendice. Inoltre si sottolinea che “le autorità competenti della Federazione russa hanno studiato a fondo il progetto preliminare di relazione del Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) in seguito alla visita in Russia nel quinto ciclo di monitoraggio il 7-9 febbraio 2018. Vorremmo innanzitutto fornire le seguenti considerazioni generali… Prima della visita dell’ECRI in Russia, le autorità del Paese avevano informato il segretariato dell’ECRI del mancato riconoscimento dei poteri della Commissione nel campo della tutela dei diritti delle persone LGBT e avevano sottolineato che tale questione esulava dal mandato della Commissione”.  Mosca parla di “un approccio soggettivo” della Commissione e le rimprovera “l’uso delle informazioni pubblicate da fonti non ufficiali senza il dovuto riguardo per le statistiche ufficiali del governo e anche fuori dal contesto”. 

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