In autunno un asilo aprira’ le porte nell’edificio dell’ex campo di sterminio nazista di Staro Sajmiste, al centro di Belgrado, in barba alle proteste di associazioni che da anni chiedono la costruzione di un vasto memoriale. In realta’ il fabbricato grigio, che da fuori appare come una scatola, nel quale avra’ sede l’asilo ‘Savsko Obdaniste’, indicato da una scala dipinta con scene dei cartoni della Disney, ha avuto molti altri utilizzi, sempre con finalita’ commerciali, tra cui ristoranti, pub e discoteche. Mai nulla, pero’, che facesse chiaramente riferimento al suo passato tormentato. Sin dagli anni ’90 Staro Sajmiste e’ stato proposto come possibile sede di un memoriale dell’Olocausto, ma ci sono voluti anni prima di parere favorevole delle autorita’ e nel frattempo molti dei suoi spazi sono stati venduti a privati. “Dopo i locali scandalosi ospitati in passato, ora tocca ad un’asilo. Sicuramente un’altra scelta inopportuna considerato quanto accaduto qui”, ha reagito Robert Sabados, delle Federazione delle Comunita’ ebraiche di Serbia. “Questo posto e’ stato un luogo di tristezza e sofferenza e non possiamo permettere che cio’ venga dimenticato”, ha sottolineato Sabados. Staro Sajmiste, a due chilometri dal centro storico di Belgrado, venne costruito nel 1937 per ospitare un centro commerciale con in tutto 11 edifici. Nel 1941, quando i nazisti occuparono la Iugoslavia lo trasformarono in campo di concentramento dal quale transitarono circa 100 mila ebrei, serbi e rom fino alla liberazione della citta’ nell’ottobre 1944. In tutto piu’ di 40 mila prigionieri di questo campo dell’orrore morirono di sforzi eccessivi, torture mentre altri furono gasati durante spostamenti in autobus. Nel corso del tempo parte del complesso e’ caduto a pezzi mentre alcuni spazi sono stati destinati ad atelier di artisti, sale concerti e persino sede di un partito politico. L’edificio nel quale aprira’ l’asilo e’ di proprieta’ di un certo Miodrag Krsmanovic, che lo acquisto’ nel 1998, in un periodo politico tormentato. Oggi ai suoi detrattori risponde di aver lottato per 20 anni e investito tanti soldi per ristrutturarlo, assicurando che non era al corrente del suo passato al momento dell’acquisto. “La gente che apre attivita’ commerciali a Staro Sajmiste non va biasimata per voler costruire qualcosa sul sito. Probabilmente i tre quarti di loro non sanno nemmeno cosa accadde li’. E’ sintomatico della sconfitta della nostra memoria collettiva” analizza Sabados, auspicando che la statua commemorativa costruita in loco possa diventare un luogo di memoria viva, anche per i piu’ giovani, in attesa di un memoriale degno di questo nome. In Serbia l’olocausto e’ stato a lungo un argomento tabu’ e a Staro Sajmiste finora e’ stata apposta una sola targa commemorativa, nel 1974, oltre ad una scultura. Nella Iugoslavia socialista il genocidio contro i serbi ebrei e’ stato a lungo interpretato come una parte del regime generale di terrore dei nazisti. E per molti in patria l’olocausto e’ stato qualcosa di distante geograficamente, come a Auschwitz, anche se si e’ verificato a due passi dal cuore di Belgrado. Una legge sulla memoria del genocidio e’ in fase di redazione ma l’iter istituzionale per la sua approvazione e’ ancora lungo.