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    Viaggi della Memoria. Ruth Dureghello: “un’esperienza toccante, profonda e piena di speranza”

    Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, aveva la voce stanca e provata quando, ieri sera, è tornata dal viaggio “didattico formativo” intitolato “Roma città della Memoria: leggi razziali, deportazione, Shoah, Resistenza, Liberazione”. Il suo lungo racconto è insieme la cronaca del viaggio e la testimonianza di un momento importante per l’istituzione ma emotivamente impegnativo. “Io e l’assessore Daniela Debach – Dureghello inizia così il suo lungo racconto – abbiamo accompagnato la sindaca Virginia Raggi e l’assessore alle politiche educative Laura Baldassarre in questa esperienza di vita importante che il comune di Roma organizza per gli studenti delle scuole romane”. Insieme ai ragazzi della scuola ebraica, della scuola polacca e della scuola tedesca altri 150 ragazze e ragazzi hanno deciso di aderire al bando e partecipare al viaggio. Ma ad accompagnare il viaggio anche la partecipazione della Fondazione Museo della Shoah di Roma e Roberto Di Veroli, il figlio del calciatore Giovanni Di Veroli, recentemente scomparso.

    “Un viaggio – prosegue la presidente – che ci ha viste arrivare domenica a Cracovia, incontrare i ragazzi nel tempio e spiegare loro la storia degli ebrei polacchi, la comunità ebraica più numerosa di Europa con oltre tre milioni di abitanti. Prima la loro vita e poi la tragedia della segregazione e della persecuzione fino allo sterminio. Siamo stati accompagnati da Sami Modiano e da Tatiana Bucci, testimoni sopravvissuti allo sterminio nazista che ci hanno offerto il privilegio di venire con noi. Da loro abbiamo ascoltato l’esperienza terribile della cattura, rispettivamente a Rodi e a Fiume, e la spiegazione delle diverse modalità con cui la strategia dello sterminio è stata organizzata”. Poi il racconto dell’arrivo nel campo di Birkenau: “le loro vicende personali, i loro affetti rubati, i loro occhi pieni di lacrime. Testimonianze che hanno segnato profondamente i ragazzi che hanno ascoltato con grande attenzione e intensità. I ragazzi si sono interrogati non soltanto sul passato e sul nazifascismo ma anche sul presente: sono di fronte a fenomeni e manifestazioni che hanno difficoltà a comprendere ma che riconoscono sicuramente come mali moderni contro i quali debbono anche loro in prima persona fare qualche cosa. Abbiamo visto ragazzi preparati, attenti e sensibili che hanno dato prova di una volontà di recepire la generosità ed il coraggio delle testimonianze dei sopravvissuti. Siamo stati anche ad Auschwitz dove, insieme alla Sindaca e ai Sopravvissuti, abbiamo deposto una corona e i ragazzi hanno potuto visitare i diversi blocchi e approfondire cosa fosse la barbarie dello sterminio sistematico”.

    Il viaggio è poi proseguito ad Amburgo, in Germania, per ricordare la tragedia di 20 bambini, tra cui Sergio De Simone, uccisi nel campo di Neuengamme dopo essere stati sottoposti ad esperimenti medici. “Neuengam è stato un campo di prigionia e per molti ebrei, nella fase ultima della guerra, un luogo di transito verso lo sterminio. Ad Amburgo abbiamo ascoltato la storia di Sergio De Simone, il cuginetto di Andra e Tatiana Bucci, tradito due volte: perché scelto prima nei blocchi dei bambini a Birkenau, e ingannato poi ancora una volta dagli aguzzini con la promessa di raggiungere la mamma e invece sottoposto proprio ad Amburgo ad esperimenti terribili. E’ una storia scoperta solo di recente ma proprio in memoria di quei bambini quel luogo viene ricordato come il luogo delle dodici rose bianche ed noi abbiamo deposto poprio lì dodici rose bianche per ricordarne la tragica scomparsa. Un’esperienza profonda, intensa, che ha visto la sindaca molto partecipe e preoccupata di dare il contributo suo e della città per la formazione di questi futuri cittadini del domani”.

    Il racconto di Ruth Dureghello prosegue raccontando anche un risvolto per cui il viaggio è salito in questi giorni agli onori delle cronache sportive: “Lunedì è arrivata anche una piccola delegazione della squadra giovanile della Lazio, tre ragazzi accompagnati da due tecnici: hanno dato il loro contributo di domande e interesse durante la serata di incontro con i testimoni. E’ stato un primo passo verso un percorso che, speriamo e immaginiamo, possa essere il preludio ad un impegno più grande da parte delle associazioni sportive e delle squadre di calcio perché lo sport deve essere anche educazione e civiltà e rispetto contro tutti i razzismi e le violenze di ogni tipo che a volte coinvolgono anche i campi sportivi”.

    Nonostante la stanchezza il racconto prosegue e Ruth Dureghello vuole concludere con una nota positiva: “E’ stata un’esperienza toccante, profonda e piena di speranza. Una fiducia testimoniata dalle lacrime di ringraziamento con cui i ragazzi hanno salutato Sami Modiano e Tatiana Bucci. Speriamo di fare altri viaggi, abbiamo parlato anche di intensificarne il numero e di ampliare il modello, perché l’impegno è costruire i testimoni del domani. Questi ragazzi devono essere responsabili per sé stessi e per gli altri nella trasmissione di una memoria che ci fa tutti parte dell’umanità. Emoziona e rincuora sapere che ci sono ragazze e ragazzi che si ribellano ancora di fronte alle ingiustizie, e che sanno riconoscere il bene dal male e che hanno potuto ascoltare ciò che ha significato la Shoah ridando in qualche modo dignità e onore a quegli uomini, donne e bambini traditi e uccisi solo per la colpa di essere ebrei. Per tutti questi motivi desidero inviare da parte mia e dell’intera comunità ebraica un ringraziamento speciale a Roma capitale”.


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