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    All’EJA di Budapest analisi e proposte per la sicurezza degli ebrei in Europa

    Si è conclusa a Budapest la Conferenza annuale della EJA – European Jewish Association. Tra gli spunti trattati, emerge uno studio condotto dal British Institute of Jewish Policy Research, che ha messo in evidenza come gli stati europei con la migliore qualità di vita ebraica sono l’Italia e l’Ungheria, in contrasto con Belgio e Polonia – i due Paesi in fondo alla classifica stilata dagli autori dello studio.

    Il Direttore della EJA, il Rabbino Menachem Margolin, ha evidenziato che «Lo scopo dello studio non è quello di attaccare i governi, e certamente non è quello di imbarazzare o di fare campagna contro governi specifici, ma di creare un’infrastruttura scientifica comparata sulla qualità della vita ebraica in vari paesi europei e di consentire ai leader delle comunità e ai governi di sapere quali siano i passi per superare insieme le sfide principali».

    I rappresentanti di alcune comunità o organizzazioni ebraiche che hanno partecipato alla conferenza hanno evidenziato la necessità di istituire un coordinatore nazionale per l’antisemitismo. Il problema è particolarmente sentito in Francia – il Paese europeo in cui i cittadini di religione ebraica si sentono meno al sicuro, secondo quanto è emerso dallo studio. 

    L’Italia, pur risultando prima tra i paesi europei per il livello di sicurezza percepito dai membri delle comunità, ha alcune debolezze che sono state evidenziate mediante lo studio – specificamente per quanto riguarda l’esistenza di un budget governativo allocato per il sostegno della cultura ebraica, l’educazione, e le sinagoghe. Inoltre, l’Italia non ha mai votato a favore di Israele all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Riccardo Pacifici, ex presidente della Comunità Ebraica di Roma, presente alla conferenza, ha commentato i risultati riguardanti l’Italia mostrandosi sorpreso che l’Ungheria «paese in cui comunque i gruppi neonazisti sono troppo tollerati» abbia votato per 12 volte a favore di Israele in tutte le risoluzioni antisraeliane, a differenza dell’Italia che «ha un atteggiamento di forte rispetto dei diritti civili e di forte emarginazione dei gruppi estremisti neonazisti» ma che «nelle parole dei governi e anche dello stesso attuale Ministro degli Esteri ha sempre votato contro Israele, o si è astenuta. Su questo c’è ancora da capire dove sia il corto circuito». 

    Lunedì sera il Vice Primo Ministro dell’Ungheria e il Ministro dell’Interno Sàndor Pintér sono stati stato premiati da EJA con il King David Award per l’impegno dedicato a migliorare la pubblica sicurezza e combattere l’antisemitismo.

    La Conferenza si è conclusa sulle rive del Danubio con una cerimonia al memoriale delle scarpe. Qui è stato cantato il Kaddish e sono stati accesi dei lumini da alcune personalità del mondo politico ed ebraico europeo, come la Vicepresidente del Parlamento Europeo Nicola Beer, dal viceministro dell’interno greco, Stavros Kalafatis, e dal senatore polacco Michal Kaminski.

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