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    All’asta il capolavoro di El Greco saccheggiato dai nazisti

    È stato prima sequestrato dai nazisti a una famiglia ebraica, e restituito dopo anni e anni di ricerche e battaglie dei legittimi proprietari. E adesso andrà all’asta da Christie’s a Londra il 7 dicembre. Si tratta di Ritratto di gentiluomo, niente meno che un capolavoro giovanile del 1570 di El Greco (pseudonimo di Domínikos Theotokópoulos), recentemente restituito con altri due dipinti agli eredi di Julius e Camilla Priester. Il dipinto andrà all’asta con una stima va dalle 800mila alle 1.200.000 sterline.

     

    Il dipinto di El Greco verrà venduto insieme a un interno di chiesa trompe l’oeil di Emmanuel de Witte e ad un ritratto del Maestro di Francoforte. Le tre opere appartenevano a Julius e Camilla Priester, una coppia di industriali ebrei austriaci, proprietari di una collezione composta da ben 80 dipinti di grandi maestri, da Peter Paul Rubens a Anthony van Dyck e Frans Hals.

     

    I Priester, con le persecuzioni antiebraiche in tutta Europa, fuggirono da Vienna a Parigi nel 1938 e sbarcarono in Messico due anni dopo. Nel 1944, i nazisti sequestrarono la preziosissima collezione d’arte e la casa viennese.

     

    Dopo la guerra Julius tentò in ogni modo di recuperare la sia collezione, sino alla sua morte nel ’55.  Furono sua moglie e i suoi eredi a continuare la ricerca per decenni.

     

    Così alla fine l’opera di El Greco è stata finalmente restituita alla famiglia grazie agli sforzi della Commission for Looted Art in Europe (CLAE), che ha trovato l’opera in una pubblicità online di un commerciante di New York. Prima della sua restituzione il dipinto è rimasto in una collezione italiana per quattro decenni. 

     

    Negli anni successivi alla guerra, anche i due dipinti di de Witte e del Maestro di Francoforte facevano parte delle opere che Priester rivendicò attraverso vari canali legali in Europa. Adesso alcune opere della collezione sono state recuperate, ma altre ancora no.

     

    Secondo Anne Webber, co-presidente del CLAE, questi tre dipinti restituiti sono apparsi nel posto giusto al momento giusto. “È stata una fortuna che queste opere siano riapparse tutti attraverso l’Austria e il Regno Unito, dove c’è più impegno per la restituzione”, ha detto Webber, aggiungendo che gli sforzi della commissione per la restituzione di altre opere saccheggiate ai Priester sono ancora in atto. “È motivo di vera preoccupazione che oggi, 23 anni dopo che 44 governi, inclusa l’Italia, hanno accettato i Principi della Conferenza di Washington, ci sono ancora così pochi paesi pronti a garantire che l’arte saccheggiata dai nazisti venga restituita ai legittimi proprietari”.

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