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d’epoca, documenti originali e l’uso della tecnologia creano un percorso
multimediale suggestivo che cerca di spiegare, soprattutto ai piu’ giovani, come
i fatti che hanno portato alla proclamazione delle leggi razziali del 1938 e lo
sterminio degli ebrei italiani siano legati da un unico filo rosso. E’ questo
lo scopo della mostra “1938: L’Umanita’ Negata. Dalle leggi razziali
italiane ad Auschwitz”, allestita in alcune sale del palazzo del Quirinale
che da domani e fino al 27 gennaio 2019 potra’ essere visitata da tutti gli
studenti delle scuole italiane. “La mostra, ad 80 anni dall’emanazione
delle leggi razziali, e’ stata molto voluta – ha spiegato Giovanni Grasso,
direttore dell’ufficio stampa della presidenza della Repubblica e curatore –
dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ci auguriamo che molte
scuole partecipino, perche’ abbiamo
voluto creare un percorso multimediale proprio per stimolare la conoscenza
storica dei ragazzi attraverso l’emotivita’”. Il percorso, che si snoda in
sette sale del palazzo del Quirinale, inizia con un filmato di ricostruzione di
una parte della storia italiana: dal 1915, con la Grande Guerra, fino alla fine
del secondo conflitto mondiale e l’entrata in vigore, nel 1948, della
Costituzione. Sullo sfondo le vicende di due famiglie italiane, una di origine ebrea.
E’ proprio di quest’ultima che verra’ raccontato il diverso destino: dalla
discriminazione razziale all’abisso di Auschwitz.
Nella
seconda sala, gli strumenti multimediali vengono usati per analizzare in
maniera chiara e semplice alcuni documenti utili per capire il meccanismo di
persecuzione degli ebrei in Italia dopo le leggi del 1938: dal primo numero della
rivista ‘La difesa della razza’, alla pagella di un bambino di prima elementare
dove tra i dati anagrafici si legge anche “razza ebraica”. Il
racconto sottolinea come la scuola diventi uno dei primi gradini di discriminazione
razziale, ed e’ attraverso la ricostruzione di un’aula dell’epoca che viene
raccontato il momento in cui i bambini e gli insegnanti ebrei furono esclusi.
Viene, infine, simulato, in una sala che ricorda il vagone merci di un treno, il
viaggio dei deportati verso Auschwitz. Uno dei momenti piu’ toccanti del
percorso, reso ancora piu’ intenso, dalla voce di Francesco Pannofino che
recita le parole di Primo Levi: “Vagoni merci, chiusi dall’esterno. E dentro
uomini, donne, bambini, compressi senza pieta’, come merce, in viaggio verso il
nulla. Avevamo appreso la nostra destinazione, Auschwitz, un nome privo di
significato, allora, per noi”. La mostra si chiude con un messaggio
positivo e di speranza. Nell’ultima sala, dove e’ esposta la copia originale
della Costituzione, viene raccontato come dalle macerie della guerra risorgono
i principi di liberta’, democrazia, giustizia ed uguaglianza fino alla nascita
dell’Unione Europea. “L’uso della tecnologia – ha raccontato il curatore della mostra, Paco
Lanciano – non e’ fine a stessa, ma serve a tenere alta l’attenzione dei
ragazzi con strumenti a loro famigliari. In questo modo hanno l’opportunita’ di
vivere un’esperienza sensoriale, venendo a conoscenza di una storia non lontana
e che parla di un tema molto attuale: il rapporto con il diverso”. Il
percorso multimediale e’ stato realizzato in collaborazione con l’Istituto
Luce, l’Enciclopedia italiana Treccani, Rai Cultura e con il sostegno del Miur.