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    NEWS

    Addio alla sopravvissuta Lily Ebert. Ha consegnato la memoria della Shoah alla TikTok Generation

    Lily Ebert se n’è andata. Aveva cent’anni e la sua era una delle ultime voci di sopravvissuti e testimoni della Shoah. Assieme al bisnipote Dov, Lily è riuscita a portare e condividere la sua testimonianza su TikTok, rispondendo alle domande dei giovani, postando stralci di storie di vita vissuta nell’inferno di Auschwitz. Il percorso che porta Lily sui social network e sulle piattaforme inizia dal suo silenzio e arriva ad oltre un milione di follower.
    La storia di Lily inizia in Ungheria, dove viene deportata nel campo di sterminio quando ha vent’anni. Perde parte della sua famiglia ad Auschwitz e Buchenwald, mentre lei riesce a salvarsi con due sorelle e a rifarsi una vita in Israele, dove si sposa e mette al mondo tre figli. Qualche anno dopo si trasferirà a Londra. Lily non parlerà per molti dell’esperienza nei campi, per lei è troppo doloroso. Ma quando partecipa con i giovani ad un viaggio della memoria ad Auschwitz, decide di iniziare a condividere la sua testimonianza e a “fare” memoria. Ma la pandemia la costringe a casa, ed è quello il momento in cui, grazie a Dov, Lily capisce che i social possono essere uno strumento per consegnare la memoria della Shoah alla TikTok Generation.
    L’incontro tra Lily e i social avviene su Twitter. Quando ritrova per caso una banconota che le ha regalato un soldato americano alla Liberazione: c’è su scritto “L’inizio di una buona vita. Buona fortuna e tanta felicità”. Lily adesso vuole cercare il soldato e Dov aiuta la bisnonna con un Tweet, grazie al quale riescono a mettersi in contatto con la famiglia. Su Twitter arrivano intanto milioni e milioni di follower e visualizzazioni è così che Dov ha l’idea di trasferire la testimonianza di Lily su TikTok per raggiungere i giovani e apre un profilo. Lily partecipa a dirette, risponde alle domande dei ragazzi, racconta in brevi video quel che ha visto con i suoi occhi. Diventa il simbolo della testimonianza sui social e vero e proprio caso mediatico. In Italia la sua storia è raccontata nel libro “Mi chiamo Lily Ebert e sono sopravvissuta ad Auschwitz” (pubblicato in Italia da Newton Compton) scritto assieme al bisnipote Dov. Lily è stata una pioniera della memoria, a cent’anni ha affrontato le sfide del presente e dell’evoluzione tecnologica, per consegnare la sua testimonianza alla TikTok Generation.

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