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    Addio ad Antonio Recalcati. Ideò il Museo delle Chanukkiot di Casale Monferrato

    Domenica pomeriggio a Milano ci
    ha lasciati un artista ben conosciuto e amato a Casale Monferrato: Antonio
    Recalcati. Chiunque varchi le porte del complesso di vicolo Salomone Olper e
    guardi subito a sinistra, non può non rimanere colpito dal piccolo memoriale
    per le vittime delle deportazioni realizzato in terracotta da questo eclettico
    e geniale pittore, scultore, creatore di mondi a cui stavano strette le
    definizioni. Era nato nel 1938 a Bresso e si era formato giovanissimo all’arte
    da autodidatta con soggiorni a Parigi e a New York. La sua serie “Impronte”,
    quelle lasciate prima dagli indumenti e poi dal corpo dell’artista sulla tela
    aveva attirato l’attenzione di tutto il mondo. Dino Buzzati, Alberto Moravia,
    Jacques Prévert, Giovanni Testori hanno scritto di lui. Nel 1976 il Centro
    Pompidou di Parigi gli aveva dedicato un’ampia retrospettiva, mentre nel 1987 è
    stata la volta di Palazzo Reale di Milano. Un gigante dell’arte
    affezionatissimo alla Comunità Ebraica di Casale e alla famiglia Carmi, con cui
    era legato da una profonda amicizia. 

    Nell’autunno 1994, in occasione
    delle celebrazioni per i quattrocento anni della Sinagoga di Casale, è stato
    anche lui, insieme a Elio Carmi, Aldo Mondino e Paolo Levi, ad avere l’idea del
    Museo dei Lumi: la raccolta di Chanukkiot d’arte contemporanea, prodotte da
    artisti ebrei e non.

    “Antonio era un indagatore
    dell’anima. Irrequieto prolifero innovativo rigoroso. – ricorda Elio Carmi
    Presidente della Comunità Ebraica di Casale – L’arte è stata tutta la sua vita.
    Con lui abbiamo avvicinato artisti internazionali e li abbiamo convinti a
    contribuire alla collezione, ma insieme avevamo deciso fin dall’inizio che
    sarebbe stata un’iniziativa inclusiva e aperta, e così è stato”.

    Non solo Recalcati coinvolse nel
    progetto alcuni dei più grandi maestri internazionali (come Armand e Topor ad
    esempio) le cui opere oggi fanno bella mostra nel Museo dei Lumi, fu anche tra
    i promotori della Fondazione Arte Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato
    e nel Piemonte Orientale ETS che oggi gestisce la collezione, e ebbe un ruolo
    determinante per la prima esposizione dei lumi a Parigi.

    “Non sono praticante – ha
    lasciato scritto sul sito del Museo dei lumi ricordando quella storia – mi sono
    avvicinato all’ebraismo in modo “sottomesso”. Ho cominciato a pensare di
    lavorare sulle Chanukkiot quando sono rimasto affascinato dal gusto del
    pensiero. Chanukkah innanzi tutto è una ricorrenza che celebra una vicenda
    gioiosa, celebra la vita e la luce dopo secoli di sofferenza.  Mi affascina questa cultura millenaria,
    ammiro il rapporto che lega indissolubilmente l’uomo a D-o. Senza alcun
    intermediario”. Per il museo Recalcati aveva prodotto ben quattro lampade, ma
    non faceva mistero di preferire quella realizzata con una fusione in bronzo in
    cui i diversi bracci della Chanukkiah erano creati da una sovrapposizione di
    fogli piegati, come i biglietti che venivano inseriti nel muro del pianto.

    Fino a quando la salute e l’età
    lo hanno permesso Antonio Recalcati era una personalità fissa nella
    celebrazione collettiva di Chanukkah a Casale, quella domenica di dicembre in
    cui da vent’anni vengono accesi i lumi per tutto il Cortile delle Api dai
    rappresentanti delle fedi monoteiste e presentate le lampade che entrano al
    museo dei Lumi. Per questo la cerimonia di quest’anno, che cadrà domenica 18 dicembre,
    sarà dedicata a lui.

     

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