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    Addio a Carla Di Veroli, una vita tra impegno politico e Memoria

    Se n’è andata oggi Carla Di Veroli, attivista, da sempre impegnata in prima linea nella trasmissione della memoria. Aveva ricoperto alcuni ruoli all’interno del mondo politico romano, dove aveva messo sempre a disposizione le sue competenze sui temi a lei cari, ebraismo e memoria della Shoah.

     

    Sua zia, Settimia Spizzichino, fu l’unica donna della retata del 16 ottobre 1943 a tornare a Roma dall’inferno di Auschwitz. E la storia di Settimia la segnerà profondamente, tanto che Carla, dopo la scomparsa della zia, farà del monito, della trasmissione di quella memoria alle giovani generazioni, una ragione di vita. Anche nei momenti più difficili.

     

    «È stato più complicato parlare ai giovani di Shoah ultimamente, causa anche la pandemia, che ha reso impossibile il rapporto diretto con gli studenti e interrotto i Viaggi della Memoria. – scriveva su Shalom in occasione del centenario dalla nascita di Settimia Spizzichino – Abbiamo tanto materiale audiovisivo con le testimonianze dei nostri sopravvissuti ma ciò che più mi sta a cuore, è insegnare loro a riconoscere i sintomi di una società che si ammala, di aiutarli a “contestualizzare”, fornendo gli strumenti per non rimanere indifferenti e per non confinare ricorrenze come il Giorno della Memoria ad un’epoca per loro lontana, bensì recuperarne il senso profondo e trasformarle in antidoto potente contro ogni tentativo di affermazione di valori che non rispettino quelli sanciti dalla nostra Costituzione. Perché possano essere cittadine e cittadini consapevoli nel rispetto dei diritti e delle libertà di ciascun essere umano».

     

    Determinata, con spirito combattivo, antifascista, e con una grande senso di giustizia, Carla era sempre pronta ad intervenire in difesa del popolo ebraico e di Israele. “Piangiamo una grande donna, – ha scritto la presidente Ruth Dureghello annunciando la scomparsa di Di Veroli – combattente e coraggiosa e con un immenso cuore ebraico”.

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