La caduta del regime di Bashar al-Assad, avvenuta al termine di un’offensiva lampo durata 12 giorni, ha scosso profondamente gli equilibri geopolitici del Medio Oriente. Guidati da Hayat Tahrir al-Sham, i ribelli siriani, grazie a un’inedita alleanza con gruppi islamisti discendenti di Al Qaeda, l’Esercito Libero Siriano (FSA) e fazioni filo-turche, hanno ricevuto supporto politico e militare dalla Turchia. La loro avanzata verso Damasco, segnata dalla rapida conquista di città chiave, ha incontrato una resistenza minima da parte di un esercito siriano disorganizzato e in rotta, ponendo fine a quasi 14 anni di guerra civile.
Questo evento ha attirato reazioni immediate da parte dei leader mondiali. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in un video pubblicato su X, ha descritto il crollo del regime di Assad come “una giornata storica per il Medio Oriente”. Ha poi aggiunto: “La fine della tirannia di Damasco offre grandi opportunità, ma è anche irta di pericoli significativi. Inviamo una mano di pace a drusi, curdi, cristiani e musulmani che desiderano vivere in armonia con Israele”.
Negli Stati Uniti, il presidente Joe Biden ha accolto con favore la caduta del regime, definendola “un fondamentale atto di giustizia” e un momento di “opportunità storica” per il popolo siriano, pur avvertendo dei rischi legati all’instabilità. Trump invece ha sottolineato come la disfatta del regime sia il risultato diretto dell’indebolimento della Russia e dell’Iran, incapaci di continuare a sostenere Assad, definendo il loro stato attuale come una conseguenza diretta della guerra in Ucraina e delle pressioni israeliane.
In Italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha assicurato il pieno impegno del Paese per sostenere il processo di ricostruzione della Siria. Durante una conferenza alla Farnesina, Tajani ha anche riferito di un incidente presso l’ambasciata italiana a Damasco, dove un gruppo armato ha sottratto tre veicoli. “La situazione è completamente sotto controllo”, ha rassicurato.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha descritto il crollo del regime come “un cambiamento storico” che offre opportunità, ma non privo di rischi. “L’Europa è pronta a sostenere la ricostruzione di uno Stato siriano inclusivo e rispettoso delle minoranze”, ha dichiarato. L’alta rappresentante per gli Affari esteri, Kaja Kallas, ha sottolineato come la caduta di Assad metta in evidenza la debolezza di Russia e Iran, ribadendo l’impegno dell’Unione Europea a lavorare con partner regionali per garantire stabilità.
La caduta del regime di Assad segna dunque l’inizio di una nuova fase per la Siria, ma anche un momento di crescente instabilità per l’intera regione, dove si stanno aprendo a scenari complessi e in continua evoluzione.