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Più di 50 studenti filopalestinesi della Columbia University hanno preso d’assalto un edificio amministrativo del Barnard College, il college femminile dell’università, nella tarda notte di mercoledì, organizzando un sit-in che ha bloccato l’ufficio della preside Laura Rosenbury per diverse ore. Gli studenti, che indossavano kefiah e maschere, si sono presentati nell’Ateno con tamburi, bandiere e cartelli con su scritto: “Palestina libera”. L’intenzione era di chiedere il reintegro di due studenti sospesi per aver distribuito volantini antisionisti durante le lezioni, nonché l’annullamento delle azioni disciplinari contro gli studenti per attività propalestinesi. Hanno anche chiesto a Barnard di disinvestire i fondi e di condannare pubblicamente le azioni militari di Israele a Gaza. Durante la manifestazione, un membro dello staff sarebbe stato aggredito dai manifestanti e avrebbe avuto bisogno di cure ospedaliere, secondo Robin Levine, vicepresidente di Barnard. I manifestanti hanno anche dipinto graffiti sui muri degli edifici con messaggi come “Barnard espelle gli studenti” e “F-k Barnard”.
Levine ha detto che i manifestanti avevano anche incoraggiato altre persone a venire nel campus senza identificazione. L’amministrazione si è offerta di incontrare gli studenti se avessero tolto le maschere, ma i manifestanti avrebbero rifiutato. I manifestanti hanno poi dichiarato che avrebbero continuato “fino a quando le nostre richieste non saranno soddisfatte”, bloccando i corridoi, suonando i tamburi e distribuendo volantini propalestinesi. Secondo quanto riferito, alcuni hanno spinto il personale di sicurezza entrando nell’edificio.
Dopo molte ore, il collettivo avrebbe accettato di andarsene solo dopo che i funzionari di Barnard hanno promesso negoziati a partire da giovedì pomeriggio per prendere in considerazione le loro richieste di amnistia per tutti gli studenti sospesi a causa di azioni o discorsi filopalestinesi. La presidente del Barnard College Laura Rosenbury ha successivamente rilasciato una dichiarazione confermando che la protesta era terminata: “Stasera, un piccolo gruppo di manifestanti mascherati ha tentato di minare i valori fondamentali del Barnard di rispetto, inclusione ed eccellenza accademica. Grazie agli sforzi del nostro personale e dei docenti, i manifestanti hanno lasciato Milbank Hall senza ulteriori incidenti. Ma siamo chiari: il loro disprezzo per la sicurezza della nostra comunità rimane del tutto inaccettabile”. Brian Cohen, direttore del gruppo studentesco Hillel della Columbia, ha condannato prontamente la protesta. La Columbia University ha rilasciato una dichiarazione poche ore dopo, affermando che l’interruzione delle lezioni è stata inaccettabile, sottolineando però che la questione rientra nella giurisdizione del Barnard College.
All’esterno dell’edificio, la polizia ha allestito unità mobili. Gli studenti filoisraeliani hanno già annunciato che nel corso della giornata di oggi avrà luogo una contro-manifestazione. Il professore israeliano Shai Davidai, divenuto un importante critico della gestione di tali proteste da parte dell’università, ha esortato i sostenitori a unirsi alla contro-manifestazione, scrivendo online: “Arrabbiati per le immagini che escono da @BarnardCollege? Unisciti a noi domani per chiederne le conseguenze. Non confondete la nostra non violenza con la sottomissione”. L’incidente ha fatto eco a una protesta simile nell’aprile 2024, quando gli studenti filo-palestinesi hanno occupato la Hamilton Hall della Columbia, portando ad arresti di massa dopo che l’università ha chiamato la polizia di New York City.
L’allora rettrice dell’università, Minouche Shafik, ha poi dovuto affrontare pesanti critiche che l’hanno portata a dimettersi nell’agosto 2024, in parte a causa del contraccolpo sulla sua gestione delle manifestazioni. Il suo successore, Katrina Armstrong, si è scusata pubblicamente con gli studenti filopalestinesi per il trattamento ricevuto dai funzionari universitari e di polizia. Dall’inizio del suo mandato, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che impone la cancellazione dei visti per gli studenti stranieri considerati “sostenitori di Hamas”, consentendone l’espulsione. L’ordine si impegna a “indagare e punire il razzismo antiebraico nei college e nelle università di sinistra e anti-americane” e istruisce le agenzie governative a identificare e utilizzare tutti gli strumenti legali disponibili contro gli aggressori e i molestatori antisemiti entro 60 giorni. In una nota esplicativa che accompagna l’ordine, Trump ha avvertito: “A tutti i residenti stranieri che si sono uniti alle manifestazioni pro-jihadiste, vi troveremo”.