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    Mondo

    Gene Simmons: “L’amore di mia madre sopravvissuta alla Shoah mi ha salvato”

    È diventato virale un meme online che mostra le foto del fondatore dei Kiss, Gene Simmons, con sua madre assieme ad una storia su come il suo passato di sopravvissuta alla Shoah lo abbia tenuto sulla retta via per tutta la sua carriera hard rock. Il fotomontaggio mostra il rocker ebreo-israeliano – nato Chaim Witz a Haifa – vestito con le insegne tipiche dei Kiss con la sua orgogliosa e minuta madre Flora accanto. Il meme viene accompagnato da una grafica con una storia in cui spiega di non aver mai toccato droghe o alcol perché sua madre ha dovuto sopportare gli orrori dei campi di concentramento nazisti, incluso il campo di Mauthausen in Austria.

    “Sono il suo unico figlio” ha raccontato il musicista circa il meme. “Sapevo di non avere il diritto di fare del male a mia madre. La vita le aveva già fatto abbastanza”. Parlando con il Jerusalem Post durante una visita in Israele nel 2011, Simmons aveva fatto riferimento all’esperienza della Shoah di sua madre. “Quando ero piccolo, mia madre non mi parlava quasi mai della Germania nazista e dei campi di concentramento perché non voleva turbarmi, ed io non glielo chiedevo quasi mai”, aveva detto Simmons nell’intervista. “Tuttavia, nel corso degli anni, ho iniziato a saperne di più sulla sua esperienza e su come tutta la mia famiglia venne uccisa. Seppi poi che mia madre vide sua madre andare con sua nonna alle camere a gas, e non tornare” aveva raccontato Simmons.

    Dopo essere stata liberata, Flora si trasferì in Israele e si sposò. Simmons trascorse la sua infanzia vicino al monte Carmel, dove suo padre lavorò come falegname. Flora lasciò il marito nel 1958 e portò il giovane Chaim a Jackson Heights, nel Queens, dove si fece chiamare Gene Klein, il nome da nubile di Flora. Simmons rimase sempre molto legato a sua madre anche una volta raggiunto il mega-successo come bassista dei Kiss. Un’altra immagine infatti raffigura Simmons che descrive la sua prima intervista importante con Rolling Stone negli anni ’70. “Quando ho incontrato il redattore di Rolling Stone, sono stato molto attento nel comportarmi. Indossavo tutti i miei gioielli a forma di ragno in argento e i miei pantaloni di pelle. Ho gonfiato i miei capelli più che potevo. Chiaramente ho messo i miei stivali con plateau e lo smalto nero, pensavo di essere pronto a proiettare l’immagine perfetta del rock and roll – ha raccontato l’artista – Poi a un certo punto, suonò il campanello. Risposi e c’era mia madre alla porta con cibo a sufficienza per sfamare il mondo: zuppe fresche, costolette di vitello, frittelle, marmellate e torte per il redattore che doveva scrivere la mia intervista.

    Una mamma sempre premurosa e presente nonostante il grande successo del figlio. “Continuava a chiamarmi con il mio nome ebraico, Chaim, e diceva ai giornalisti che ero un bravo ragazzo. Il demone grande e cattivo era il figlio di una mamma dal cuore d’oro”.

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