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    Mondo

    Contestazioni anti-israeliane verso la tennista Lina Glushko

    L’antisemitismo colpisce anche lo sport. La tennista israeliana Lina Glushko, numero uno del tennis israeliano, è stata contestata per la sua nazionalità durante il torneo WTA di Auckland, in Nuova Zelanda. La sua partita contro Naomi Osaka è stata interrotta due volte a causa di manifestanti pro-palestinesi che si trovavano a pochi metri dal campo e urlavano slogan come “Palestina libera” e “Fuori Israele”.
    Glushko, visibilmente sconvolta, ha perso l’incontro 6-4, 6-4. Al termine della partita, è stata scortata fuori dal campo da una guardia di sicurezza per timore di possibili violenze nei suoi confronti. In un’intervista rilasciata a N12, Glushko ha descritto l’episodio come una situazione molto difficile.
    “Durante la partita, i cori erano incessanti e hanno interferito con il mio gioc” ha spiegato la tennista. “Mi sentivo molto sola e vittima di questa situazione. È stato difficile concentrarmi sul tennis mentre il mio Paese si trova in una situazione così drammatica”.
    Glushko ha anche raccontato di aver ricevuto numerosi messaggi ostili e intimidatori da parte di organizzazioni pro-palestinesi prima del torneo. Alcuni messaggi la accusavano di essere un’ex soldatessa e, di conseguenza, “un’assassina di bambini”. Nonostante le intimidazioni, la tennista ha detto di aver ignorato queste accuse. “Ho ricevuto parecchi insulti e li ho ignorati. Pensavo che non avrebbero mai influenzato la mia prestazione, ma mi sbagliavo”.
    Inoltre, dalle dichiarazioni di Glushko è emerso che durante il torneo gli organizzatori hanno vietato l’uso della spilla che simboleggiava gli ostaggi israeliani. Alla tennista è stato comunicato che il simbolo era considerato un “messaggio politico” e, di conseguenza, non permesso. “È chiaro che il divieto è specificamente contro Israele. Se fosse stato legato ad ostaggi americani, sono certa che sarebbe stato accettato ovunque”.

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