Elise Stefanik, come annunciato dal Presidente eletto Donald Trump, sarà la nuova Ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU. Questa nomina rappresenta per lei il culmine dell’ascesa politica. “Elise è una combattente eccezionale per l’America First: forte, risoluta e intelligente”, ha dichiarato Trump.
Accettando la nomina, Stefanik ha dichiarato al New York Post: «Il lavoro che ci attende è immenso, poiché assistiamo a un aumento vertiginoso dell’antisemitismo, unito a quattro anni di una leadership americana catastroficamente debole, che ha significativamente indebolito la nostra sicurezza nazionale e ridotto la nostra influenza agli occhi di alleati e avversari».
Nata nel 1984, Stefanik è diventata una figura di spicco nel panorama politico americano, emergendo nel movimento conservatore per la sua fedeltà alla linea “America First” e il convinto sostegno a Trump. Eletta per la prima volta al Congresso nel 2014, all’età di soli 30 anni, Stefanik è entrata nella storia come la donna più giovane mai eletta alla Camera dei Rappresentanti. Proveniente da una famiglia moderata e inizialmente vicina a posizioni centriste, si è distinta per la capacità di dialogare con diverse fazioni del Partito Repubblicano, guadagnando la fiducia di leader di spicco come l’allora Presidente della Camera Paul Ryan. Il suo accorato sostegno a Trump durante il primo impeachment del 2019 ha segnato una svolta nella sua carriera, rendendola una delle voci repubblicane più fedeli al futuro presidente USA.
Nel 2021, Stefanik ha sostituito Liz Cheney come presidente della House Republican Conference, assumendo un ruolo centrale nella leadership del partito, in particolare per la difesa risoluta delle posizioni di Trump anche dopo la sconfitta elettorale del 2020.
Negli ultimi anni, Stefanik si è distinta per il sostegno alla politica di difesa e sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Membro del House Armed Services Committee e del comitato per l’Intelligence e le Operazioni Speciali, ha consolidato la sua posizione come sostenitrice di Israele e strenua oppositrice dell’antisemitismo. Il suo incisivo interrogatorio l’anno scorso ha innescato una serie di eventi che hanno portato alle dimissioni dei presidenti di Harvard e dell’Università della Pennsylvania, i quali avevano esitato nel condannare gli appelli al genocidio contro gli ebrei.
Stefanik ha criticato l’ONU per quello che considera un atteggiamento ostile nei confronti di Israele, e in un recente intervento ha messo in guardia dai rischi di indebolire il supporto militare americano a Israele, sottolineando la necessità che lo Stato ebraico disponga degli armamenti necessari per garantire la propria sicurezza.